Bruxelles - Una soluzione al problema delle banche italiane sarà trovata "ben prima che parta il referendum in Italia", entro il mese di ottobre. Il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem ha voluto dare un'inizione di ottimismo nel giorno della riunione Ecofin al quale ha partecipato come ministro delle Finanze dei Paesi Bassi. I paesi, ha aggiunto entrando al Consiglio, "stanno lavorando a stretto contatto con la Commissione Europea e con i supervisori per trovarla".
Sul tavolo dell'Ecofin ufficialmente le situazioni dei conti pubblici in Portogallo e in Spagna, ma il dossier banche e la trattativa tra Roma e Bruxelles su condizioni più garantiste è ancora in primo piano. La data di riferimento resta quella del 29 luglio quando l'Eba divulgherà i risultati degli stress test, se entro quella data non si saranno individuate chiare soluzioni al caso Mps e al resto dei problemi del sistema italiano allora di potrebbero essere seri problemi di instabilità.
Dopo l'appoggio francese arrivato ieri dal ministro delle Finanze Michel Sapin, la resistenza resta ancora quella della Germania: i conservatori e i socialdemocratici, cioè i due principali partiti del Bundestag, si sono ancora una volta apertamente schierati contro gli aiuti pubblici alle banche italiane in difficoltà e hanno chiesto al governo Renzi di attenersi alle regole europee. "Il governo italiano rispetti le regole per la liquidazione ordinata e la ristrutturazione delle banche", ha detto alla Redaktionsnetzwerk Deutschland, il potavoce parlamentare per l'economia della Cdu, Joachim Pfeiffer, secondo il quale una violazione delle regole europee sarebbe "inaccettabile". Anche il vice presidente del gruppo parlamentare socialdemocratico, Carsten Schneider, avverte l'Italia a non scavalcare le regole adottate per i proteggere i contribuenti europei. E sulla stessa linea si muove Christoph Schmidt, uno dei 'cinque saggi' del governo tedesco, il quale, parlando con il giornale Rheinischen Post, afferma di rendersi conto del "disagio" che può significare per il governo italiano costringere i piccoli obbligazionisti a farsi carico delle perdite della propria banca ma avverte anche che non si possono infrangere le norme per proteggerli.
Tra le banche italiane "ci sono ancora alcune realtà da mettere a posto", del resto "non c'è dubbio che esiste un tema anche delle banche tedesche": l'importante è che "in Europa si usi un po' di buon senso" ha detto oggi Renzi rispondendo a Rtl radio a una domanda sulle banche in sofferenza. "In Europa, a maggior ragione dopo la Brexit, serve buon senso. E le banche devono ricominciare a fare credito a famiglie e imprese" afferma il premier. "Che ci siano dei piccoli problemi sparsi per l'Europa è vero" e "non c'è dubbio che esiste un tema anche delle banche tedesche, parliamo spesso delle banche italiane, ma altre hanno problemi di derivati". Insomma, più in generale, "non è l'Italia il malato d'Europa. Lo era e non lo è più, insieme agli altri paesi possiamo fare un buon lavoro. L'importante è avere rispetto dell'Italia".
Quanto alla Germania, "non dobbiamo fare le guerre con la Germania ma pretendere rispetto per il nostro paese sì". Il confronto tra il governo italiano e la Commissione europea per raggiungere un accordo sulle misure a sostegno del sistema bancario "continua" ha detto il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta. "Si sta lavorando, le ultime dichiarazioni del presidente del Consiglio danno la prospettiva". Intanto sono di oggi i dati Bankitalia sulle sofferenze bancarie la cui crescita rallenta a maggio al 3,2% sui 12 mesi rispetto al 3,5% precedente. Il dato complessivo si è attestato a un soffio dai 200 miliardi di euro, a 199,994 miliardi tornando ai massimi da gennaio, quando fu toccato il picco di 202,065 miliardi. (AGI)