Pechino - Sale la preoccupazione in Cina per la Brexit. Pechino guarda con attenzione al referendum di domani in Gran Bretagna, dal cui esito dipendera' anche parte delle strategie della Cina verso l'Unione Europea. L'uscita della Gran Bretagna dall'Ue potrebbe significare per Pechino uno sforzo maggiore per rinsaldare i legami con i Paesi dell'Unione Europea secondo gli analisti del China Association of International Trade, centro studi che dipende dal Ministero del Commercio cinese. Per molti investitori, la Brexit renderebbe la Gran Bretagna meno attraente di oggi, se potesse dare accesso solo al mercato interno di 65 milioni di persone, invece che a quello europeo, pari a circa 500 milioni.
La stampa britannica si spacca tra 'leave' e 'remain'
Tra il 2000 e il 2014, Londra e' stato il primo beneficiario in Europa degli investimenti cinesi, un primato interrotto dall'Italia lo scorso anno, e la Gran Bretagna e' il secondo partner commerciale della Cina all'interno dell'Unione Europea. Quella che sembra una visione unitaria a favore della permanenza della Gran Bretagna nell'Unione Europea, ha pero' diverse sfaccettature, in Cina. "La Cina ha sentimenti contrastanti rispetto alla Brexit, a causa delle potenziali perdite o dei potenziali guadagni associati alla decisione democratica degli elettori britannici", spiega, Kent G. Deng, professore associato di Storia Economica presso la London School of Economics. Se il mondo della finanza e' generalmente a favore della permanenza della Gran Bretagna nell'Unione Europea per non intaccare investimenti e prestiti, gli esportatori accoglierebbero la Brexit come un segnale contrario alla "burocrazia e alle regolamentazioni dell'Ue". La Brexit, spiega l'accademico, "aprirebbe a nuove opportunita' per la cooperazione e il commercio bilaterale sino-britannici. Se la Gran Bretagna si svincola dall'Europa, l'importanza strategica della Cina per l'economia britannica aumenterebbe improvvisamente. A conti fatti - conclude - quella che sarebbe una perdita per l'Unione Europea, sarebbe un guadagno per la Cina. E' inevitabile".
Domani il referendum che può spaccare l'Europa
A ridosso del referendum, anche la stampa cinese mostra segnali di preoccupazione per la possibile Brexit. Il quotidiano China Daily ha ripreso le stime di Capital Economics che, nello scenario peggiore, prevedono un possibile calo del prodotto lordo asiatico dello 0,2% nel 2016 e una contrazione delle importazioni britanniche da tutto il mondo del 25% nei prossimi due anni rispetto al livello attuale. Le esportazioni cinesi verso la Gran Bretagna equivalgono allo 0,5% del prodotto interno lordo di Pechino, ma la Cina sarebbe preparata a recepire qualsiasi risultato dal referendum, secondo gli analisti di Capital Economics. Anche grazie alle scarse aperture del proprio sistema finanziario "i legami finanziari tra la Cina e il resto del mondo sono abbastanza limitati", scrivono gli analisti di Londra. In piu', l'ammontare di riserve valutarie contenute nei forzieri di Pechino, metterebbe la Cina al riparo da eventuali contraccolpi sulla propria valuta, lo yuan. Il referendum di domani, ammette, pero', il quotidiano Global Times, "non e' riuscito a catturare l'attenzione dei cinesi", con gli utenti di internet in stragrande maggioranza (72%) a favore della Brexit, una scelta che il quotidiano cinese legge come un riflesso per il mancato riconoscimento della Cina come economia di mercato da parte di Bruxelles.
Non dello stesso parere i leader, invece, che a partire da Xi Jinping chiedono un'Europa unita per un mondo multipolare, scrive il giornale cinese. Le preoccupazioni per la Brexit destano grattacapi anche ai grandi magnati della finanza. Dai microfoni di Bloomberg Tv, ieri, il tycoon di Hong Kong Li Ka-shing, ha fatto sapere la propria contrarieta' alla possibile uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea. La Brexit, ha dichiarato, sara' "dannosa" sia per Londra che per Unione Europea, su cui avra' un "impatto negativo" e la Cina, ha proseguito Li, "trattera' la Gran Bretagna per quello che e': un'economia di media grandezza con una forte attenzione sulla finanza e che ha perso buona parte dell'apparato industriale". Li ha interessi nel Regno Unito per circa cinquanta miliardi di dollari, contando gli investimenti fatti dal 1995, nei settori del retail, delle telecomunicazioni e delle ferrovie. Anche i mercati attendono con nervosismo la decisione. Tokyo, in mattinata perdeva lo 0,7%, prima della chiusura a -0,64%, mentre Shanghai e Shenzhen hanno aperto in lieve ribasso, entrambe cedendo lo 0,2%, un riflesso anche delle ultime parole all'insegna della cautela del governatore della Federal Reserve, Janet Yellen, sulla possibilita' di un innalzamento dei tassi di interesse. Shanghai ha poi recuperato terreno nel corso della seduta chiudendo in rialzo dello 0,94%, a 2905,55 punti. In rialzo anche l'indice Hang Seng di Hong Kong, che nel primo pomeriggio di oggi avanza dello 0,6%. (AGI)