Roma - "In Italia ci sono ancora troppe banche. Servono altre aggregazioni". Lo dice in una intervista alla Stampa, Pier Carlo Padoan, ministro dell'economia. "Il Governo - aggiunge - lavora da piu' di due anni a riforme strutturali del settore: delle banche popolari, di quelle cooperative, delle fondazioni bancarie. Abbiamo assistito alla nascita del Fondo Atlante, abbiamo preso misure per accelerare le procedure concorsuali e il recupero dei crediti. I vincoli normativi da parte dell'Europa oggi sono molto piu forti di ieri. Abbiamo fatto tutto quanto e' lecito fare, e per questo, e' importante che il sistema decida in autonomia tutte le iniziative ulteriori con una valenza di stabilita' sistemica. Il nostro lavoro e' ispirato ad una filosofia di fondo: favorire le aggregazioni". Padoan ha sottolineato di rispettare "l'autonomia del settore. Non sta a me dare indicazioni - precisa - sulle decisioni che spettano agli azionisti: cio' che conta e' che esse vengano prese avendo come unico obiettivo la sana e prudente gestione".
Quanto al debito, "il governo andra' avanti con privatizzazioni e tagli per ridurlo" assicura il ministro. "Continueremo a fare cio' che e' necessario benche' l'assenza di inflazione non aiuti. Stiamo privatizzando l'Enav, nell'ultimo consiglio dei ministri abbiamo approvato il decreto propedeutico alla messa sul mercato di Ferrovie, resta aperta l'ipotesi di vendere una nuova trance di Poste e parte del patrimonio immobiliare".
Tra le priorita' da qui all'estate, "il governo sta preparando un decreto che abbiamo chiamato 'Finanza per la crescita': un insieme di misure volto a rafforzare il finanziamento delle piccole e medie imprese oltre il canale bancario. E' gia' cominciato il lavoro sulla legge di Stabilita', stiamo cercando di creare le condizioni per rendere il bilancio pubblico piu' agile ed efficiente. Grazie alla riforma della legge di Bilancio, che ha appena iniziato l'iter alla Camera, la revisione della spesa diventera' permanente". "La riforma - spiega il ministro - permettera' di 'aggredire' voci di spesa che fino ad oggi, una volta introdotte, sono date per acquisite. Sara' piu' facile riconsiderare le decisioni prese in passato".
Padoan non si pronuncia, invece, sui dati Inps sul calo delle assunzioni tra gennaio e marzo. "Quando ho iniziato a studiare economia mi hanno insegnato a non prendere sul serio il dato di un singolo intervallo temporale. La disoccupazione scende, i dati di oggi non mi fanno cambiare idea. Mi rifaccia questa domanda non prima di tre mesi" ha detto il ministro dell'Economia. (AGI)