Roma - Calano le attese positive sia delle imprese che delle famiglie sul fronte dell'occupazione: i giudizi sembrano riflettere i timori, per l'anno in corso, della fine della spinta derivante dagli sgravi contributivi del 2015 e del perdurare della crisi economica. E' quanto emerge dal rapporto relativo al primo trimestre 2016 sulla fiducia economica delle famiglie e delle imprese, realizzato dalla Fondazione Di Vittorio della Cgil e dall'Istituto di ricerche Tecnè. "Sul fronte del mercato del lavoro - si legge nel rapporto - il clima di fiducia registra un peggioramento complessivo. Sale di 1 punto l'indice relatvo alle attese sull'occupazione delle imprese, appena sopra la soglia base (51), dovuto all'aumento di quelle (+5%) che prevedono livelli occupazionali stazionari (l'83% nel 1° trimestre 2016) e, soprattutto, al calo (-3%) di chi ritiene possa verificarsi una diminuzione (dal 12% del 4° trimestre 2015 al 9% del 1° trimestre 2016). Tuttavia, appena il 9% delle imprese prevede un incremento dell'occupazione, l'1% in meno rispetto alle attese registrate nel trimestre precedente".
Tra le famiglie peggiora il clima di fiducia: "Resta invariata la quota di famiglie che non prevede cambiamenti (36%), ma diminuiscono quelle che attendono un incremento dell'occupazione (da 33% a 30%) e contestualmente risultano in crescita le famiglie che temono una diminuzione (da 30% a 33%). Il trend rilevato fa cosi' scendere l'indice a 47/100 da 49 del 4° trimestre 2015. Analogamente, tra i lavoratori dipendenti, precari, disoccupati e pensionati, le attese sull'occupazione evidenziano un clima negativo. Per il 25% del campione aumentera' (ma in precedenza era il 28%), mentre per il 40% diminuira' (era il 37% lo scorso anno). In diminuzione (-1%) anche la quota di quanti non attendono mutamenti (35%). L'indice specifico registra un calo di 2 punti, attestandosi nel 1° trimestre del 2016 a 45/100".
"L'economia italiana non riparte, manca lo slancio necessario per uscire definitivamente dalla crisi", ha commentato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. "Per il mondo del lavoro e i pensionati, le famiglie e anche le imprese - sottolinea la leader della Cgil - la situazione non e' positiva e peggiora il clima di fiducia, dati che, sostanzialmente, coincidono con l'andamento di alcuni dei principali indicatori come Pil, poverta' e occupazione".
Per la Camusso serve "una vera strategia di politiche economiche espansive, fatta non di annunci ma di interventi concreti ed immediati a partire da quelli fiscali a favore di lavoratori e pensionati, da un cambiamento delle norme sulle pensioni come richiesto da Cgil, Cisl e Uil, da un forte rilancio di investimenti pubblici, facilitato da tassi di interesse molto bassi, la cui forte riduzione in questi anni e' sicuramente stata uno degli elementi principali che ha determinato la caduta del Pil e la perdita di posti di lavoro".(AGI)