Bruxelles - Nell'Eurozona e' in corso una ripresa "moderata" mentre l'inflazione resta ancora sotto le attese, ma senza le misure decise a partire dal 2014 dalla Bce, "la zona euro si sarebbe trovata in declamata inflazione nel 2015 e la crescita sarebbe stata piu' bassa di un punto percentuale nel prossimo biennio". Il presidente della Bce Mario Draghi e' tornato a rivendicare in un'audizione al Parlamento europeo l'efficacia delle decisioni di politica monetaria prese dall'istituto di Francoforte, preannunciando una possibile revisione fra un mese. Come e' successo a dicembre: "Senza un aumento dello stimolo quantitativo, c'era un rischio concreto che la data entro la quale l'inflazione sarebbe tornata al livello inferiore ma vicino al 2% sarebbe stata ancora una volta rinviata oltre ogni definizione di medio termine". Ecco perche', lo scorso dicembre, e' stato deciso a Francoforte di "ricalibrare la nostra posizione di politica monetaria". E visto che le condizioni dell'economia globale continuano a mutare, potrebbe rivelarsi "necessario rivedere e possibilmente riconsiderare la nostra posizione di politica monetaria alla prossima riunione di politica monetaria all'inizio di marzo, quando saranno a disposizione le nuove proiezioni macroeconomiche". "Una moderata ripresa dell'Eurozona e' in corso - ha osservato Draghi - ma sussistono rischi che sono aumentati e potrebbero minarla". Draghi ha in particolare citato "l'incertezza sulle prospettive di crescita delle economie dei mercati emergenti, vulnerabili a cambiamenti improvvisi". Ma non c'e' solo questo: il vecchio continente, ha detto, si trova in una fase in cui "la coesione dell'Europa viene messa alla prova". Molte delle sfide "che dobbiamo affrontare sono europee, o anche globali": ecco perche', ha proseguito, "queste sfide richiedono una forte risposta europea". Anche per superare quell'"incertezza politica" che pesa "sul progetto europeo": Draghi ha auspicato in particolare "una soluzione che mantenga il Regno Unito stabilmente nell'Ue consentendo all'Eurozona di integrarsi ulteriormente" che, ha spiegato "potrebbe rilanciare la fiducia" e dimostrare a cittadini e mercati che "sbagliano" a essere "insicuri sulla nostra capacita' di agire congiuntamente in uno spirito di responsabilita' comune".
Oltre alle misure della Bce, l'Ue deve quindi andare avanti su altri fronti comuni: in particolare, ha sottolineato Draghi, deve essere completata l'Unione bancaria: "per rendere il nostro sistema finanziario veramente sicuro e sano dobbiamo fare progressi in due campi principali, che sono complementari". In primo luogo, secondo Draghi, e' necessario "finalizzare e attuare il lavoro che abbiamo cominciato realizzando il Meccanismo unico di sorveglianza e il Meccanismo unico di risoluzione, pilastri iniziali dell'Unione bancaria". Questo, ha aggiunto, comprende "un ulteriore lavoro legislativo per armonizzare le nostre regole per l'azione di sorveglianza e assicurare una coerente applicazione delle misure di 'bail-in' previste della direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche (Brrd)". Ma oltre a questo, e' necessario che ci sia uno strumento comune che "rafforzi la credibilita' del Fondo di risoluzione unico" e che "la fiducia nella sicurezza dei depositi sia ugualmente alta nei paesi di tutta l'Eurozona, attraverso la realizzazione di uno schema europeo di garanzia sui depositi". Ancora, il presidente della Bce e' tornato sulla necessita' di attuare politiche nazionali di bilancio che devono "contribuire alla ripresa economica" ma "al tempo stesso dovrebbero rispettare pienamente i criteri del patto di stabilita' e crescita", fatto "importante per mantenere la fiducia nel quadro di bilancio europeo e nella sostenibilita' dei conti pubblici". (AGI)