(AGI) - Roma - L'Italia "e' uno snodo decisivo per il Mediterraneo" e la Libia e' "un paese chiave per stabilizzare il Medio Oriente". Lo sostiene l'amministratore delegato dell'Eni, Claudio Descalzi, intervistato dal Corriere della Sera. "Concretamente - spiega Descalzi - l'Europa deve imparare a regolare le politiche energetiche del continente e quindi a non seguire logiche nazionali".
L'Europa non ha materie prime ma "puo' avere infrastrutture. La Spagna deve potere interconnettersi con la Francia e la Francia con l'Italia e via dicendo. Cosa peraltro che ci darebbe un peso non indifferente nel Mediterraneo".
"Ho avuto proprio nei giorni scorsi - fa sapere l'amministratore delegato dell'Eni - colloqui con il presidente egiziano Al Sisi e con quello cipriota Nicos Anastasiades, con Ben Netanyahu. Ebbene far accettare a Israele l'uso di una infrastruttura egiziana per veicolare il suo gas in Europa non e' una cosa da poco. Significa che l'armonizzazione di diversi interessi e' possibile".
"Il nostro Paese - dice Descalzi - ha giocato e gioca un ruolo non indifferente forse silenzioso ma molto importante nella crescita di una infrastruttura che permetta all'Europa di avere gas non solo da Nord o da est, dalla Russia ma anche da Sud, dal Medio Oriente, dall'Africa".
"Negli ultimi due anni si e' fatto molto di piu' di quanto sia apparso. Eravamo da soli a parlare della necessita' di stabilizzare la Libia per stabilizzare il Medio Oriente e persino l'Africa. Tra qualche giorno i leader mondiali si ritroveranno a Roma per parlare di questo". Secondo Descalzi, sara' un vertice utile "perche' Renzi e il ministro Gentiloni sono riusciti a far capire che per stabilizzare Siria e Iraq e' necessario che cio' avvenga anche con la Libia e viceversa. Non era cosi' scontato". Sul calo del prezzo del petrolio e sulla scelta dei sauditi di continuare a pompare greggio in gran quantita', Descalzi afferma di non conoscere i motivi della decisione di Riad, anche se "gli effetti sono una volatilita' del greggio raramente vista".
"Quello che temo di piu' - precisa poi - non sono i prezzi ma la caduta degli investimenti".
"Il danno della volatilita' e' questo: gli investitori a lungo termine scappano e rimangono gli shortisti, gli speculatori". All'Eni, comunque, aggiunge, "dobbiamo stare in piedi e crescere anche con il petrolio a 40 dollari".
E sulla possibile partnership per Versalis, Descalzi assicura: "Cerchiamo un partner che garantisca sviluppo e crescita". Descalzi si sofferma quindi sulle difficolta' di trovare una strategia contro il riscaldamento globale e un accordo sulle politiche energetiche. L'ad di Eni non nasconde la sua preoccupazione ma sottolinea anche che "la realta' e' fatta di processi e quello avviato a Parigi e' molto importante e, vedrete, anche utile".
"E' chiaro - aggiunge - che lo sforzo maggiore lo dovremo fare noi paesi sviluppati. E dovremo aiutare quelli in via di sviluppo a cambiare il mix delle loro fonti energetiche". "Se questi accordi - conclude - prevedranno, come sembra, delle verifiche quinquennali, non e' un risultato da poco. L'accento posto sul mix delle politiche energetiche lo e' altrettanto". (AGI)
(10 dicembre 2015)