Satya Nadella è il ceo più amato dai propri dipendenti. Mark Zuckerberg passa dal nono al 33esimo posto. Non è verità scientifica, ma la classifica di Comparably, basata sulle valutazioni anonime dei lavoratori, racconta molto dell'anno che sta per chiudersi. Tra le società tecnologiche Microsoft è tra i promossi, Facebook tra i bocciati. E a dirlo non sono solo analisti e mercato, ma anche chi a Redmond o Menlo Park ci lavora.
L'anno di Nadella
Satya Nadella chiude così un anno brillante. Il conto economico cresce. Il bilancio, tra cloud, hardware e servizi, è più equilibrato di altre società. Equilibrato come Nadella. Arrivato con il suo profilo basso dopo il rumoroso Ballmer, prende in mano la società, la cambia e la riporta in cima alla classifica delle compagnie con la maggiore capitalizzazione di Wall Street.
E così si ritrova in mano anche lo scettro di più amato dai dipendenti, che lo scorso anno lo avevano spinto al quinto posto. Alle spalle di Nadella c'è Craig Menear, il numero uno della catena di bricolage e casalinghi The Home Depot. Terzo un altro ceo tecnologico, Sundar Pichai. Il capo di Google regge nonostante le tante proteste legate ai progetti poco trasparenti di Google, come il motore di ricerca per la Cina Dragonfly. Anzi, il manager guadagna dieci posizioni rispetto allo scorso anno. Vedremo se l'effetto libellula si avvertirà nel 2019.
Gli altri ceo della tecnologia
Ben piazzato è anche un altro ceo iper-criticato: Jeff Bezos. Spesso descritto come maniacale e scontroso e nonostante le critiche sulle condizioni di lavoro nei magazzini, il fondatore di Amazon è il sesto ceo più apprezzato. Tre posizioni più indietro c'è Marc Benioff, fondatore di Salesforce, l'anno scorso in prima posizione.
Guida un gigante tecnologico che aiuta le imprese a gestire i propri clienti, ma a settembre si è fatto conoscere anche per aver comprato (con fondi propri) il Time. Tim Cook, ceo di Apple, è 12esimo. E fa meglio di Elon Musk. È stato un anno complicato anche per il ceo di Tesla e Space X, tra accordi imposti con la Sec, l'ammissione di essere stato a un passo dall'esaurimento nervoso, le accuse di scarsa attenzione alla sicurezza degli impianti. Alla fine però resta il 19esimo ceo più apprezzato. 27esimo è Dara Khosrowshahi, numero uno di Uber.
Il suo volto conciliante lo rende meno divisivo rispetto al predecessore Travis Kalanick, ma ancora non abbastanza da avvicinarsi ai primi della classe. C'è da dire però che il terreno da recuperare era tanto: Khosrowshahi è ceo solo dal settembre 2017 e nella classifica Comparably dello scorso anno, Kalanick non era neppure nei primi 50. Vista la reputazione (pessima) di Uber e le fratture interne trovate al suo arrivo, l'ex Expedia ha fatto un piccolo miracolo.
Passo indietro per Reed Hastings: il ceo di Netflix passa dall'11esimo al 32esimo posto nonostante la piattaforma di streaming continui a crescere e a proporre contenuti e strategie convincenti. La ceo di Youtube Susan Wojcicki è 37esima, 40esimo Daniel Schulman di PayPal.
Menlo Park boccia Zuckerberg
Siamo sempre nella classifica dei migliori. Ma se c'è un bocciato, quest'anno è Mark Zuckerberg. Era nono nel 2017, si ritrova 33esimo. Mr Facebook ha perso parecchio. Il caso Cambridge Analytica ha pesato, così come l'addio dei fondatori di Instagram. Ma ancor di più ha fattola scarsa trasparenza con cui Zuckerberg ha provato a gestire la situazione.
La credibilità del social network ha sofferto, sia all'esterno che all'interno di Menlo Park. La classifica di Comparably.com non è legge, però conferma un altro graduatoria: quest'anno Facebook ha perso il trono del “miglior posto dove lavorare”. Secondo il Best Places to Work di Glassdoor, è passato dal primo al settimo posto.
Siamo sempre in zona eccellenza, ma alcune risposte dicono più del posto in classifica. Nel 2017, l'84% dei dipendenti ha dichiarato di essere ottimista sul futuro dell'azienda. Oggi la quota è scesa al 52%. I lavoratori convinti che “Facebook migliora il mondo” sono passati dal 72 al 53%. E Microsoft? Anche Glassdoor conferma che è stato il suo anno: il gruppo è balzato dal 21esimo al sesto posto.