Nel contratto di Governo tra Lega e M5s è previsto che lo Stato non esca dal capitale di Mps e che "provveda alla ridefinizione della mission e degli obiettivi dell’istituto di credito in un’ottica di servizio".
A spiegare cosa intende la futura coalizione di Governo per 'ottica di servizio', scrive il Sole 24 Ore è stato l’economista della Lega Claudio Borghi che, in un colloquio con Reuters, ha precisato che "significa che tutte le sedi di Mps nelle valli che erano molto utili per l’economia della popolazione toscana, e che in un’ottica di puro e crudo profitto è stato previsto di chiudere, verranno tenute per far sì che la banca faccia un servizio ai cittadini".
La chiusura delle filiali rientra nel piano concordato con la Ue che, in cambio della concessione alla ricapitalizzazione precauzionale da parte pubblica e l’aumento dell’influenza pubblica sul Monte, di cui lo Stato controlla il 68%, e l’accenno critico al 'puro e crudo profitto' ha innescato sul mercato un’ondata speculativa di vendite che hanno portato le quotazioni di Mps a chiudere in ribasso dell’8,86%.
Crollo in chiusura, debole in apertura
Il titolo è apparso ancora debole nelle prime battute della seduta e dopo un iniziale congelamento sono entrate in negoziazione e con un ribasso dell'1,2% a 2,88 euro, dopo aver toccato anche un minimo a 2,84 euro, corrispondente al -2%.
Il ministro uscente dell’Economia, Pier Carlo Padoan, appena eletto proprio nel collegio di Siena, accusa Borghi, Lega e M5S di aver "immediatamente creato una crisi di fiducia" su Mps, scrive il Corriere, "un fatto molto grave che mette a repentaglio l’investimento effettuato con risorse pubbliche, tirandosi dietro i risparmi degli italiani che a parole si vorrebbero tutelare". Lega e Cinquestelle in questi anni sono stati molto critici verso i governi Renzi e Gentiloni per la gestione della crisi Mps e sul duro piano di ristrutturazione messo a punto con la Bce e l’Antitrust Ue, che ha autorizzato gli aiuti di Stato. Nel 2017 il Tesoro ha immesso 5,4 miliardi in Rocca Salimbeni, arrivando al 68% del capitale.
Parole in libertà che costano un mucchi di soldi ai contribuenti
Molto critico anche il Fatto Quotidiano, secondo cui "la politica continua a giocare con i soldi altrui in modo del tutto irresponsabile". "Le idee di Borghi, della Lega e dei 5Stelle non sono certo una novità, ma asserire a mercato aperto nel bel mezzo di una trattativa per la formazione del governo che il piano industriale approvato dalla banca è sostanzialmente carta straccia e che il cambio di governance di Mps – “pur non entrando nel contratto” – è “abbastanza probabile, quasi naturale” equivale a creare una vera e propria turbativa di mercato".
Le parole “in libertà” di Borghi, aggiunge il quotidiano che non è certo ostile a M5s, hanno fatto guadagnare un mucchio di soldi a qualcuno e ne hanno fatti perdere tantissimi ai contribuenti che attraverso il Tesoro hanno iniettato come 5,4 miliardi nelle casse di Siena.