Bce, Mef, imprese e sindacati. È un no pressoché unanime quello che arriva alla proposta avanzata dal sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, sull'impiego dei minibot per pagare i debiti arretrati della Pubblica amministrazione.
La prima chiusura netta arriva dal ministro dell'Economia, Giovanni Tria che a margine del G20 finanziario di Fukuoka, in Giappone, sottolinea alle agenzia internazionali che "in un'interpretazione, quella del debito, non servono. Nell'altra (valuta alternativa, ndr), ovviamente, si fanno i trattati e quindi non possono essere fatti". Una posizione che sostanzialmente ricalca quella già espressa dal presidente della Bce, Mario Draghi, che giovedì aveva dichiarato che i minibot "o sono un'altra moneta e quindi illegali oppure sono altro debito. Non vedo una terza possibilità".
I no di imprese e sindacati
Si fanno sentire anche i dubbi delle imprese. Da Rapallo, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ribadisce il proprio no: "I minibot sono uno strumento della finanza, lo stiamo dicendo da tempo che non è opportuno incrementare il debito pubblico del Paese". La strada da seguire è un'altra, "ridurre il debito, ridurre il deficit e aumentare la crescita. Individuare strumenti per finanziare il debito è una opzione teorica interessante ma non incide sui fondamentali del debito pubblico italiano".
Chiude all'ipotesi anche la Cgia di Mestre che, negli ultimi mesi ha intensificato la sua storica battaglia affinché tutta la Pa paghi i propri fornitori secondo le disposizioni previste dalla legge. "Pagare un fornitore di un ente pubblico con un minibot - spiegano - sarebbe come saldare un creditore con una cambiale che potrebbe non essere addirittura coperta. Insomma, una modalità di pagamento surreale del tutto irricevibile".
Al coro dei no si aggiunge la segretaria generale della Cisl, Anna Maria Furlan: "Ha ragione Draghi, o sono denaro illegale o allargamento del debito e comunque sia in entrambi i casi non va bene".
I dubbi di Conte
Più cauto, ma comunque dubbioso, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che definisce quella sui minibot "una iniziativa parlamentare che non ho ancora discusso con i promotori della Lega, ma da giurista - afferma - mi sembra evidente che presenta diverse criticita'".
Si scatenano le opposizioni. "Li chiamano minibot ma sono una grande truffa. Fanno ancora debiti per pagare i debiti che hanno già fatto. Così l'Italia rischia. Rischiano le famiglie, le imprese e i giovani su cui scaricano i problemi non risolti. Sono degli irresponsabili", scrive su Twitter il segretario del Pd Nicola Zingaretti. Per la vicepresidente della Camera, Mara Carfagna, "i debiti si pagano con soldi veri. Voler risolvere la questione stampando i soldi del Monopoli è deleterio per le imprese creditrici, i cittadini italiani e la nostra credibilità nazionale".
Per il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, "il parere del ministro Tria e del governatore Draghi sui minibot vanno sicuramente presi in considerazione, valutati e approfonditi" e si deve "cercare di capire se effettivamente ci sono ragioni ostative di carattere tecnico o se è soltanto una questione di carattere politico. Allora si potranno riprendere le discussioni".
Nonostante le critiche Giorgetti difende la sua idea da Rapallo, ospite del convegno dei Giovani Industriali. I minibot "non sono l'anticamera dell'uscita dall'Euro o dall'Europa ma un modo di risolvere la questione del debito della pubblica amministrazione verso le imprese. Non è la Bibbia - aggiunge - sono proposte che devono in qualche modo essere condivise".
Borghi replica a Draghi: "Nè moneta né debito, sono cartolarizzazioni"
Poche le manifestazioni a sostegno alla proposta del sottosegretario del Carroccio. Una di queste è quella che arriva dall'economista della Lega e presidente della Commissione Bilancio della Camera, Claudio Borghi, secondo il quale la risposta del presidente della Bce Draghi, che ha definito i minibot uno strumento illegale o nuovo debito, "formalmente è corretta. So bene che è vietato introdurre monete parallele, sarebbe un disastro. La mia proposta è quella di introdurre uno strumento esigibile per il pagamento di debiti della pubblica amministrazione. Dunque non sarebbe nuovo debito, ma la cartolarizzazione di crediti esistenti".
Quella dei Minibot diventerà una proposta di legge, spiega in una intervista a La Stampa, sottolineando che "sta nel contratto di governo. Lo faremo con la legge di bilancio, se riusciremo a realizzare la flat tax eliminando deduzioni e detrazioni, e riconoscendo i crediti di imposta che verranno meno attraverso i minibot". Anche Borghi rassicura che i minibot non sarebbero un primo passo per l'uscita dall'euro: "se io stessi progettando un'uscita unilaterale dalla moneta unica - afferma - farei ben altre cose. Lo ripeto: l'ipotesi non è contemplata dal programma di governo, e al momento credo non trovi nemmeno il consenso della maggioranza degli italiani".