Microsoft vale più di Apple. La rimonta è iniziata quando Microsoft ha deciso di non essere come Apple. Il gruppo è completamente diverso rispetto all'ultima volta che conquistò lo scettro di Wall Street. Alla guida c'era ancora Bill Gates e Windows era il prodotto di punta. Adesso al comando c'è Satya Nadella, l'uomo che più di ogni altro può intestarsi questo successo.
La rivoluzione silenziosa di Nadella
Nadella è stato nominato ceo nel 2014, proprio con l'obiettivo di rivoltare la compagnia. Traguardo: trasformarla in una società di servizi. Qualcosa di molto diverso rispetto a quello che aveva creato Gates (una società di prodotti software) e soprattutto rispetto alla visione di Steve Ballmer (socio e amministratore delegato dopo il fondatore).
La storia di Microsoft, come quella di tutti i grandi gruppi tecnologici, è una lunga sequela di acquisizioni. E attraverso le acquisizioni può essere raccontata. Molte sono state successi: Hotmail e Skype, ad esempio. Altre sono state dei flop. Il più fragoroso è quello di Nokia.
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Nel settembre 2013 la società sborsa 7,2 miliardi di dollari per quella che a lungo rimarrà l'operazione più onerosa. Ballmer compra un grande marchio (in declino) per trasformare Microsoft in una compagnia in grado di produrre software e hardware. Come Apple. In poco tempo, quell'investimento miliardario si sarebbe svalutato, senza spingere le vendite degli smartphone Microsoft (chi ricorda i Lumia?).
Quell'operazione, di fatto, costa il posto a Ballmer. Che con le tasche piene si dà al basket e compra i Los Angeles Clippers.
La conversione di Microsoft
Il 4 febbraio 2014, Nadella si siede sulla poltrona di amministratore delegato. E imprime subito una svolta. Forse poco affascinante, perchè non si concentra su grandi nomi e dispositivi popolari. Ma molto efficace. Nel 2015, il primo anno solare passato interamente sotto la cura di Nadella, Microsoft è la società tecnologica che chiude più acquisizioni: 18.
Cioè quante nei due anni precedenti messi assieme. Spiccano i 520 milioni arrivati in Israele: 200 destinati a N-trig e 320 ad Adallom per rafforzare la sicurezza nel cloud. Ecco la parola del cambiamento: cloud. I servizi forniti tramite "nuvola digitale" diventano la base del progetto, senza però dimenticare le altre fonti di fatturato. Negli ultimi due anni, poi, un'altra accelerazione: tra il 2016 e il 2018, Nadella mette la firma sulle due maggiore acquisizioni della storia di Microsoft: spende 26,2 miliardi per LinkedIn e 7,5 per GitHub.
Proprio la scelta di puntare sulla piattaforma per lo sviluppo partecipato dei codici è un simbolo. Microsoft non è Mozilla (tutt'altro). Ma tanto Balmer aveva cercato un ecosistema chiuso hardware-software, tanto Nadella ha cercato di aprirlo e ampliarlo.
L'equilibrio vince
Il risultato è un bilancio che non esplode di colpo ma corre con costanza. E soprattutto è più equilibrato: gli incassi arrivano da intelligenza artificiale, cloud, prodotti per le aziende, videogiochi e hardware. Per fare un confronto: fino a qualche trimestre fa, l'iPhone costituiva tre quarti del bilancio di Apple. Da anni la Mela sta cercando una fonte per diversificare. E sembra averla trovata (guarda caso) nei servizi.
L'iPhone, però, vale ancora più della metà del fatturato. Troppo per fornire certezze in un momento in cui il mercato degli smartphone soffre. è questo il punto dirimente: Microsoft (8,8 miliardi di risultato netto e 29,08 miliardi di giro d'affari nell'ultima trimestrale) fa molti meno soldi di Apple (14,13 miliardi di dollari di utile e 62,9 miliardi di fatturato nell'ultima trimestrale) ma offre maggiori garanzie di resistenza in un mercato tecnologico orso.
Senza le azioni che galoppano, i servizi (specie in cloud) hanno prospettive di crescita superiori rispetto agli smartphone. Microsoft è stata quindi premiata per il suo equilibrio. E lo dice l'andamento dei titoli. Anche il gruppo di Redmond è sotto i massimi di ottobre, ma ha retto meglio al nuovo umore dei mercati. Il 2 agosto, la Mela era stata la prima azienda della storia a superare i mille miliardi di capitalizzazione.
La trimestrale deludente, le tensioni geopolitiche e le indiscrezioni sulle vendite degli iPhone hanno contribuito a erodere un quinto del suo valore. Microsoft (a differenza di Amazon) ai mille miliardi non si è mai avvicinata. Ma oggi ne vale più di 850. Ha retto senza troppi clamori, in perfetto stile Nadella.