La Commissione europea ha dato il via libera all'accordo con il governo sulla manovra di bilancio per il 2019, decidendo di non avviare la procedura per deficit eccessivo legata al debito, a condizione che l'Italia rispetti gli impegni assunti dal premier, Giuseppe Conte, e dal ministro dell'Economia, Giovanni Tria. "Missione compiuta", ha detto il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici: "La manovra italiana è molto più realista, vicina alle regole e c'è stata una modifica considerevole".
La crisi politica tra Bruxelles e Roma è stata dunque evitata, mentre l'Italia ha accettato una correzione di circa 10 miliardi di euro alla manovra che consente a Bruxelles di dire che non ci sarà un peggioramento del deficit strutturale.
A quale prezzo stato stretto l'accordo
Il prezzo pagato dal governo giallo-verde è il seguente: 4,6 miliardi di euro per il rinvio e la rimodulazione del reddito di cittadinanza e di quota 100 sulle pensioni; 4,2 miliardi di taglio agli investimenti; 450 milioni per l'aumento delle tasse su scommesse e gioco d'azzardo.
Complessivamente il deficit nominale viene portato dal 2,4% al 2% (2,04% senza arrotondamenti d'uso) e l'obiettivo di crescita scende dall'1,5% all'1%. Inoltre, Conte e Tria si sono impegnati a congelare 2 miliardi di spesa nel 2019, che saranno sbloccati a metà anno solamente se la traiettoria del deficit sarà in linea con le previsioni, e una clausola di salvaguardia per il 2020 che potrebbe portare a un aumento di Iva per 9,4 miliardi per coprire i costi del reddito di cittadinanza e quota 100. Ma anche la Commissione ha fatto alcune concessioni (Il Sole 24 Ore).
Cosa ha accettalo la Commissione europea
L'esecutivo comunitario ha accettato di scomputare 3,15 miliardi per la ricostruzione del ponte di Genova e la messa in sicurezza di altre infrastrutture, e ha rinunciato a esigere un miglioramento del deficit strutturale di almeno lo 0,1%. "La Commissione non è il nemico del popolo italiano", ha detto Moscovici: "Non siamo una macchina fatta di burocrati insensibili che impongono austerità e negano la democrazia".
Il collegio dei commissari, che oggi era chiamato a dare il via libera all'accordo con il governo, si è diviso sull'attitudine da tenere nei confronti dell'Italia. Molti componenti dell'esecutivo comunitario hanno preso la parola, dividendosi come d'abitudine tra colombe e falchi, per poi convergere sulla linea del compromesso difesa dal presidente Jean-Claude Juncker e dal commissario Moscovici. "L'accordo di oggi non è ideale - ha spiegato il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, considerato come un esponente del campo dei falchi - ma ci permette di evitare una procedura per deficit eccessivo in questa fase, a condizione che le misure siano pienamente attuate" (Corriere della Sera).
La Commissione continuerà a vigilare
Diversi commissari hanno chiesto di continuare a monitorare l'Italia. In vista della discussione e del voto in Parlamento sulla legge di bilancio, la Commissione terrà gli occhi puntati sul Paese. La minaccia di procedura non è completamente sventata. "Il monitoraggio di breve periodo sarà di verificare il voto in Parlamento per assicurarsi che l'accordo presentato dal governo italiano diventi legge", ha avvertito Dombrovskis, ricordando che "se qualcosa andasse storto" c'è tempo fino a inizio febbraio per "lanciare la procedura" (La Repubblica).
Poi ci sarà la scadenza della prossima primavera, quando il governo italiano dovrà presentare un nuovo Def, comprese le misure per disattivare la clausola di salvaguardia sull'Iva. Ma, tra elezioni europee di maggio e la Francia sopra il 3% di deficit, una eventuale resa dei conti potrebbe ulteriormente essere rinviata. "Questo accordo è la vittoria del dialogo politico che la Commissione ha sempre privilegiato sullo scontro. Alcuni avrebbero voluto una crisi. Noi volevano una soluzione", ha detto Moscovici.