Come ampiamente previsto, la Commissione Europea, con una decisione senza precedenti, ha bocciato la legge di bilancio proposta dal governo italiano. Bruxelles ha dato all'Italia tre settimane di tempo per rivederla, altrimenti scatterà una procedura di infrazione.
"Non c'è nessun piano B", dichiara il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. L'esecutivo sembra quindi disposto ad andare fino in fondo nel braccio di ferro con le istituzioni comunitarie. Ma i conti bisogna farli anche con gli investitori, i cui giudizi sono più duri e immediati.
Finora la reazione dei mercati è stata negativa ma non certo apocalittica. Dopo quello di Moody's, che ha declassato il giudizio sul nostro debito portandolo appena un gradino sopra il livello "spazzatura", venerdì è però atteso il verdetto di un'altra delle tre grandi agenzie di rating: Standard & Poor's. Un'altra bocciatura potrebbe aumentare ancora le tensioni sullo spread e, di conseguenza, sui titoli delle banche italiane. Anche in quel caso il governo resterà a guardare? Molto difficile. Secondo un retroscena del Messaggero, al di là dei proclami di facciata, un "piano B" ci sarebbe eccome. Se fosse vero, lo scontro con Bruxelles rivelerebbe quindi anche una dimensione tattica.
"Un approccio confermato alla cena di governo lunedì sera", scrive il quotidiano romano, "dove è stato perfezionato il dossier: se le cose si dovessero mettere davvero male, il reddito di cittadinanza e la revisione della legge Fornero potrebbero essere rinviati, o diluiti. Questo perché, con i tassi d'interesse in pericolosa ascesa e il sistema bancario sull'orlo del tracollo, il ritorno elettorale (alle elezioni europee di maggio) delle due misure volute da 5 Stelle e Lega rischierebbe di essere cancellato. Meglio dunque in questo caso, per Salvini, schiacciare sul pedale del freno. Più cauto Di Maio che non si dà pace all'idea di dover rinviare, o limitare, il reddito".
Manovra bis dopo le Europee?
Lo scenario ideale per il governo è che la reazione dei mercati sia tollerabile e consenta di arrivare almeno alle elezioni per il Parlamento Europeo del prossimo maggio senza aver tradito le promesse elettorali. Il che è un problema soprattutto per il M5s, che aveva puntato così tanto sul reddito di cittadinanza. Trascorso questo importante appuntamento, è molto probabile che il governo rimetterà mano al bilancio con una "manovra bis" che riduca la spesa.
È tutto già scritto nella lettera che il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ha scritto per replicare agli appunti della Commissione: "qualora i rapporti deficit-Pil e debito-Pil non dovessero evolvere in linea con quanto programmato, il governo si impegna a intervenire adottando tutte le misure necessarie". A maggio dovrebbero essere disponibili almeno i dati preliminari dell'Istat sulla crescita del Pil nel primo trimestre. Se le previsioni contenute in manovra, ritenute troppo ottimistiche da quasi tutti gli osservatori, non verranno rispettate, si procederà dunque a un taglio, che dovrebbe riportare il deficit previsto a un livello inferiore all'attuale 2,4%, rasserenando il clima con Bruxelles. "Se sbagliamo, siamo pronti a correggere attuando meccanismi automatici di correzione della spesa", ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, ieri a Porta a Porta.