di Francesca Venturi @fventurist
Bruxelles - Nonostante la crisi, che sei anni fa ha provocato la perdita di un quarto del giro di affari e di 300mila posti di lavoro oltre alla delocalizzazione, l'industria della moda in Europa dà ancora lavoro a 1,7 milioni di persone per un fatturato complessivo di 169 miliardi di cui oltre 44, pari al 26,5%, destinato ai mercati extraeuropei. E l'Italia continua a essere al primo posto, rappresentando oltre un terzo della produzione complessiva e oltre il 30% del fatturato, anche se meno di un quarto degli addetti (458mila). La ricerca nel campo dei nuovi tessuti tecnici, la digitalizzazione e una spinta al cosiddetto "re-shore", il ritorno alla produzione locale dopo una fase in cui la concorrenza aveva spinto molte aziende a delocalizzare, sono i temi su cui il settore deve puntare per tornare a crescere. Francesco Marchi, direttore generale di Euratex, la federazione europea del settore, ha spiegato all'Agi punti chiave della strategia presentata oggi a Bruxelles. "L'elemento principale su cui puntare per rafforzare la ripresa del settore, ancora timida, è il cambiamento dell'approccio: anche nell'industria della moda bisogna puntare sull'innovazione e la digitalizzazione - ha premesso - per questo servono maggiori investimenti strutturali, le infrastrutture devono funzionare e occorre incentivare le aziende a produrre localmente con applicazioni digitali. L'eccesso di delocalizzazione ha provocato la perdita del controllo sulla produzione".
SI RIPARTE DALLA 'REGIO TEX'
In Italia per esempio, ha ricordato Marchi, è in forte crescita il settore dei tessuti tecnici, che dipende moltissimo dagli investimenti in ricerca e innovazione. Da Bruxelles le piccole imprese europee del settore possono ottenere contributi all'innovazione, ma secondo Euratex l'approccio deve essere regionale e per questo è stata lanciata l'iniziativa RegioTex, per sostenere le autorità regionali nell'individuare i settori innovativi su cui puntare e creare una rete di regioni europee particolarmente attive nella moda per scambi e collaborazioni operative. Inoltre, si pensa a strumenti di finanziamento trans-regionali per sostenere la ricerca. Per la Lombardia, che rappresenta oltre un quinto della produzione nazionale del settore con le sue 12mila aziende (su 47mila) e 100mila addetti, è oggi a Bruxelles l'assessore allo sviluppo economico Mauro Parolini. "Ci sono questioni, come i brevetti, su cui possiamo condividere molto con altre regioni europee per aumentare la competitività delle imprese locali - ha detto all'Agi - e pensiamo che molto si possa fare anche per incoraggiare il 're-shore': per ora chi lo fa rappresenta un esempio, ma stiamo cercando di renderlo più facile, anche dal punto di vista amministrativo". (AGI)