Roma - E' come ritrovarsi tra amici. La visita di Ivan Scalfarotto in Argentina segna il ritorno dell'impresa italiana a Buenos Aires, dopo dodici anni di isolamento del paese sudamericano che e' storicamente piu' vicino all'Italia. Il sottosegretario allo Sviluppo apre oggi la sua missione ricordando all'Agi che "i tre principali candidati alle elezioni presidenziali, Macri, Scioli e Massa, sono anche cittadini italiani. Il vincitore e attuale presidente Mauricio Macri ha il passaporto italiano. Inoltre la comunita' italiana tocca le 907.000 persone e oltre 100.000 sono i cittadini argentini nati in Italia". Un paese amico, dunque, con il quale riannodare rapporti e aprire nuove frontiere per l'economia e le imprese. Da questo pomeriggio Scalfarotto incontrera' i vertici istituzionali, politici ed economici del Paese, a cominciare dal presidente Macri, accompagnato da 80 imprese, molti esponenti del mondo delle banche, della finanza, della ricerca e della cultura. "E' una missione di sistema dopo la missione di scouting fatta dal premier Renzi, il primo ad essere ricevuto da Macri - ricorda Scalfarotto -: abbiamo preceduto Hollande e Obama. Dopo la sua missione e la presenza del ministro Martina al giuramento di Macri, e' venuto a Buenos Aires il ministro Franceschini e ora, con ampio anticipo rispetto al previsto, il Mise con gli imprenditori. Poi seguiranno altre missioni ad alto livello politico istituzionale".
Ancora una volta, fa notare Scalfarotto, come gia' successo con l'Iran, l'interesse dell'Italia verso un Paese o una regione si concretizza con missioni coordinate, costanti e accompagnate da imprese, banche, assicurazioni, universita'. "E' un sistema che si muove: oltre alle 80 imprese ci saranno banche e delegazioni imprenditoriali, Cdp, Sace, Simest, Enit, alcune universita', per un totale di 130 persone. Insomma, siamo pronti a investire in Argentina e con l'Argentina". E che la missione sia di alto livello lo dimostra il fatto che il sottosegretario sara0 ricevuto dal presidente Macri, superando le barriere del cerimoniale che vuole incontri solo tra omologhi. "Del resto noi andiamo in forze, motivati e con le carte in regola: Sace ha riaperto al rischio sovrano quindi abbiamo una linea di credito 700 mln euro, a sostegno dell'export e delle commesse italiane nel paese. E firmeremo con il Banco de la nacion un accordo per facilitare transazioni per 50 mln di euro per le imprese che investono in Argentina". Saranno quattro le linee strategiche su cui si muoveranno i numerosi accordi da chiudere: infrastrutture, agroalimentare, green e automotive.
"Per le infrastrutture, settore nel quale in Argentina siamo sempre rimasti anche negli anni passati, vogliamo cooperare con la nuova presidenza che intende innovare le infrastrutture a partire dai collegamenti con il Nord; quindi aeroporti, porti, strade e metro. Nel settore agroalimentare, l'Argentina vuole ora diventare il supermercato alimentare del mondo: noi possiamo aiutarli nell'agronomia ma anche nella trasformazione e nel packaging. C'e' poi il tema delle energie rinnovabili, perche' il paese sudamericano per dimensioni e posizione e'un luogo ideale e si e' posto l'obiettivo di arrivare all'8% di energia pulita entro il 2017 e al 20% entro il 2020. Noi siamo siamo leader in questo settore e ci saranno molti punti di contatto". (AGI)