di Silvia Inghirami
Roma - Il gruppo Biesse punta sulla Cina. Dopo aver acquisito nel 2011 fa la società Centre Gain di Hong Kong e Korex Machinery, stabilimento di 44mila mq situato nella regione del Guandong per 12 milioni di euro, ora programma investimenti consistenti. "La Cina è una grande opportunità - spiega all'AGI il presidente Roberto Selci - pensiamo di investire nella nostra società cinese, che conta circa 300 dipendenti e nella rete di distribuzione, tra i 2 e i 3 milioni l'anno". "I cinesi - racconta il figlio di Giancarlo, fondatore della società - continuano a copiare le nostre macchine e i nostri brevetti; hanno perfino tradotto il nostro depliant cambiando solo il nome della ditta. Ma noi andiamo avanti guardando al mercato di fascia alta, facendo leva sulla nostra affidabilità. A livello commerciale siamo in grado di coprire tutto il territorio del Paese ma vogliamo migliorare la rete distributiva". Grazie anche all'espansione in Cina, il piano triennale di Biesse prevede una crescita media del fatturato consolidato del 10,7% nel periodo 2016 - 2018, superando i 700 milioni di euro: "Un dato - fa notare Selci - che in termini percentuali doppia le stime del settore; questo perche' contiamo di monetizzare gli investimenti fatti negli ultimi anni".
Le altre leve su cui intende agire il gruppo di Pesaro sono lo sviluppo di macchine per plastica e 'advanced material' valutando nel caso anche nuove acquisizioni. "La situazione finanziaria è ottimale. Quanto ai nuovi materiali si tratta di andare a trovare clienti nuovi e siamo preparati alla sfida. Il gruppo d'altronde prevede di investire in Ricerca e Sviluppo circa 14 milioni di euro l'anno". Quanto ai nuovi mercati, Biesse (che ha complessivamente 34 filiali - oltre a uffici di rappresentanza - coprendo praticamente tutti i principali paesi mondiali) ha inaugurato lo scorso settembre la propria sede in Turchia, da cui vuole organizzare l'espansione sul Medio Oriente, a partire dall'Iran. "Il salto di fatturato lo abbiamo fatto nei paesi anglosassoni usciti dalla crisi prima di altri e ora attendiamo che si riprendano il Brasile e la Russia. Poi come molti nutriamo aspettative per l'Iran con la fine dell'embargo". Ma per un'azienda votata all'export, il 2016 appare anche come l'anno del riscatto del mercato interno: "Sono ottimista - dice Selci - nei primi tre mesi dell'anno il mercato italiano e' stato brillante. La macchina italiana sta ricominciando a partire. Vedo un altro atteggiamento nei nostri clienti che hanno ripreso a cercarci". L'obiettivo e' fornire "macchine e impianti efficienti e flessibili" a industrie che producono anche poco in quantita' ma con qualita' molto elevata. Per questo Biesse ha 80 esperti che sviluppano programmi software ed e' pronta a nuove assunzioni: "La tecnologia del settore e' ancora europea. E' la nostra specializzazione e la nostra esperienza che fanno la differenza rispetto ai competitor. Possono anche copiarci ma non hanno come noi una conoscenza di 50 anni che ci permette di anticipare i bisogni della clientela". Per Selci il Made in Italy può rafforzarsi solo con l'innovazione e la flessibilita' del lavoro: "Servirebbe una maggiore collaborazione tra mondo dell'industria e dell'universita'; un ingegnere neolaureato per un anno e mezzo rappresenta solo un investimento. Nell'organizzazione del lavoro serve maggiore flessibilita' perche' non possiamo dimenticare che dobbiamo competere anche con paesi come l'India". Infine, l'esigenza maggiore, la riduzione del cuneo fiscale: "Per la ripresa dei consumi interni bisogna tagliare le tasse e mettere i soldi in tasca ai lavoratori". (AGI)