All'indomani del richiamo di Mattarella sui conti pubblici da tenere in ordine, la manovra tiene banco anche oggi nel dibattito politico, con gli interventi sui livelli di deficit e di crescita e sulle prospettive del Paese. Se il Colle richiama le parole dalla Costituzione, Giuseppe Conte ribadisce che a decidere sulla manovra economica è il governo.
"La mia opinione - afferma il presidente del Consiglio in una intervista al Corriere della Sera - è che i principi di equilibrio del bilancio e di sostenibilità del debito pubblico, a prescindere dal fatto che siano scritti nella Costituzione e nel fiscal compact, siano linee guida che qualunque governo responsabile deve tenere da conto. Questi principi non impongono, tuttavia, di rinunciare a esprimere una politica economica e di finanza pubblica interpretando i bisogni dei cittadini in base ai differenti cicli economici".
Conte spiega che da domani riunirà a Palazzo Chigi la cabina di regia "per avviare il piano di investimenti e il piano di ammodernamento delle infrastrutture. "Sono fiducioso - aggiunge - che gli investitori, che guardano a prospettive di medio e lungo periodo, troveranno molto conveniente investire in Italia, anche perché il nostro Paese, anche piu' di molti altri Paesi europei, offre il valore aggiunto di un solida stabilità politica".
Il presidente del Consiglio usa toni morbidi con Bruxelles: "Questo governo non ha alcuna tentazione di creare vertenze o contrapposizioni con le istituzioni europee. Sappiamo che il dialogo con l'Europa è importante e ci predisponiamo ad esso con la massima serenità".
Ma è un intervento del vicepremier Luigi Di Maio sul blog delle stelle a segnare la giornata con un attacco durissimo alle opposizioni:
"Il Pd e Forza Italia non riescono a fare un'opposizione politica e quindi con i loro giornali creano terrorismo mediatico per far schizzare lo spread sperando in un altro colpo di stato finanziario: sono degli irresponsabili nemici dell'Italia [...] Ma nonostante il loro cinico impegno - prosegue - lo spread non è schizzato perché gli investitori tutto questo lo sanno".
Di Maio ricorda i deficit indicati dai governi Pd, contro cui "nessuno ha mai fiatato", cioè 3% nel 2014, 2,6% nel 2015, 2,5% nel 2016, 2,4% nel 2017 e 2% nel 2018. Ora, conclude, "in Italia c'è un governo forte, compatto e destinato a durare che ha il consenso popolare più alto d'Europa e che fa gli interessi del Paese".
A stretto giro arriva la replica dell'ex segretario Pd ed ex premier, Matteo Renzi, che su Twitter scrive: "Di Maio deve giustificare il flop della manovra di bilancio e parla di terrorismo mediatico. Andiamo con ordine Gigino: quella dei media si chiama informazione. Il terrorismo è quello dei brigatisti e degli estremisti. La tua invece si chiama solo cialtronaggine #PiazzadelPopolo".
Anche il vicepremier Matteo Salvini risponde alle critiche sui rischi derivanti dal rialzo del deficit:
"I mercati sono preoccupati e lo spread sale? Noi abbiamo fatto una manovra per crescita e sviluppo, è una reazione iniziale poi anche i signori dello spread si tranquillizzeranno...". Quanto al richiamo alla Costituzione fatto ieri dal Capo dello Stato, Salvini replica: "Noi rispettiamo tutte le Carte". "Ripeto al presidente Mattarella, agli analisti, ai finanzieri e ai burocrati di Bruxelles che possono stare tranquilli - precisa ancora il ministro dell'Interno - perché io voglio lasciare ai miei figli un'Italia migliore, non un'Italia piùindebitata".
Il ministro dell'Economia Giovanni Tria spiega che gli obiettivi sono la crescita dell'1,6% nel 2019 e la riduzione del debito di un punto l'anno, non quindi "una discesa forte ma maggiore di quella realizzata negli ultimi anni. Tria dice di concordare "pienamente con il presidente della Repubblica" e assicura che l'equilibrio e il pareggio di bilancio rimangono obiettivo fondamentale, anche se il percorso per raggiungerlo viene allungato nel tempo.
Secondo il ministro degli Affari europei Paolo Savona, l'attuazione degli stimoli alla domanda aggregata, "tenuto conto dei moltiplicatori della spesa, puo' portare a una crescita nel 2019 di circa il 2% e crescere ancora di mezzo punto percentuale all'anno, raggiungendo quella soglia minima del 3% necessario per guardare al futuro dell'occupazione e della stabilità finanziaria del Paese che una crescita intorno all'1% annuo non garantirebbe".