Roma - Crolla il mito del dentista come professione dai guadagni ricchi e sicuri: la crisi economica bussa anche alle porte degli studi odontoiatrici. Mezzo milione di famiglie italiane, in pratica una su cinque, negli ultimi anni non è andata mai dal dentista, e, secondo l'ultimo rapporto dell'Associazione Nazionale, la media mensile di spesa delle famiglie per la cura dei denti è scesa del 28%. A pesare sono le difficoltà economiche ma anche il fatto che gli italiani, impoveriti, tendono a minimizzare i loro problemi dentali, evitando di andare dal dentista per controlli periodici e cure preventive. Rispetto agli altri Paesi europei l'Italia è fanalino di coda con la più alta percentuale di rinuncia alle prestazioni odontoiatriche, con un dato particolarmente alto al sud e nelle isole e nella fascia di età tra i 35 e i 59 anni.
"Il settore è ancora in profonda crisi e nel 2015 purtroppo non ci sono stati evidenti miglioramenti", spiega all'Agi il presidente dell'Andi, Gianfranco Prada. "E' invece in calo - continua Prada - il fenomeno di spostarsi fuori dall'Italia per sottoporsi a cure odontoiatriche a prezzi più vantaggiosi. Molti pazienti hanno avuto problemi. Probabilmente perchè il professionista ha concentrato tutti gli interventi in pochi giorni, vista la distanza geografica, non rispettando i corretti tempi tra una seduta e l'altra".
La vera concorrenza agli studi dentistici privati ora la fanno soprattutto le catene low cost che spesso offrono gli stessi servizi a prezzi stracciati. E' il caso di Bludental che in pochi anni ha rivoluzionato il mondo dell'odontoiatria superando la soglia dei 100mila pazienti.
Bludental, la catena che ha tolto il sorriso agli studi dentistici
Dentisti chiedono stretta su cliniche low cost, proprietari siano medici
"Sono contrario alle catene di studi dentistici low cost, che stanno aumentando in molte citta' italiane, perche' ritengo - dice il presidente dell'Andi - che il loro unico scopo sia quello di fare soldi e spesso non c'e' un solo professionista che segue il paziente dall'inizio alla fine. E' vero che molti esami sono a costi inferiori ma il piu' delle volte sono prescritti anche quando non necessari". "Oggi stiamo cercando come Andi - conclude Prada - di combattere la crisi attraverso l'istituzione di un fondo sanitario integrativo per affrontare le spese mediche. Già qualche anno fa abbiamo concluso un accordo con il ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, che prevede cinque prestazioni odontoiatriche a prezzi calmierati ai cittadini appartenenti a determinate fasce economiche".
Il dentista dei vip, "siamo all' Ikea delle otturazioni"
Il calo del fatturato è stato denunciato dal 45% dei dentisti, in base ai risultati di un sondaggio sulla professione odontoiatrica italiana, realizzato dal Servizio Studi dell'Andi. Rispetto a tale scenario la categoria ha cercato di reagire con varie strategie: il 63,9% dei dentisti punta sulla maggiore efficienza degli studi; il 54,% accresce il capitale professionale investendo nelle proprie capacita'; il 43,6% punta a risparmiare sulle spese di studio; il 35,6% ricerca collaborazione con altri studi e si associa con altri dentisti; il 31,9% investe nello studio per aumentare la gamma delle cure praticate; il 17,4% rivede le tariffe; il 16% ricerca collaborazione con l'odontoiatria pubblica.
L'"inferno" degli avvocati", in ottomila lasciano la toga
(25 gennaio 2016)