Roma - Se il juke-box e' ormai preistoria e il vinile il Medio Evo, anche il cd sta imboccando rapidamente il viale del tramonto. In un'epoca in cui tutto avviene alla velocita' della luce, le piattaforme di musica in streaming la fanno da padrone. Oggi in pochi semplici clic l'utente puo' ascoltare il proprio artista preferito da casa, dall'ufficio o mentre sta facendo una passeggiata. Qualche anno fa ascoltare musica significava andare in un locale, trovare un juke-box e scegliere una canzone da condividere con tutti. Poi e' stato il momento delle audiocassette e dei lettori walkman e la musica e' diventata "take away". I cd, come supporto fisico, hanno rappresentato un ulteriore passo avanti, ma con l'arrivo di internet e i download gratuiti e' iniziata la crisi e il boom della pirateria musicale.
"La musica in se' non e' in crisi, ma e' cambiato - spiega all'Agi Massimiliano Pani, discografico arrangiatore e compositore - il modo in cui viene fruita, il cd e il vinile sono prodotti obsoleti. E' come se volessimo vendere la carrozza con i cavalli dopo l'arrivo della macchina a vapore. Diversi fenomeni hanno contribuito al crollo del mercato discografico, di certo il fatto che e' possibile ascoltare brani gratis su internet ha inciso molto sulle abitudini di ascolto e il supporto fisico e' diventato inutile". "Anche i talent non aiutano il mercato musicale - spiega ancora Pani - perche' non sono un prodotto creato per la musica o per far vendere cd, ma servono alla televisione e hanno lo scopo di vendere spot pubblicitari. Probabilmente nei talent esistono ragazzi bravi e che potrebbero diventare grandi artisti, ma purtroppo l'industria discografica non ha piu' la forza economica per investire su di loro come si faceva un tempo".
"Lo streaming ha aiutato a diminuire il fenomeno della pirateria. Nel 2015 - spiega all'Agi Veronica Diquattro, responsabile Spotify per il mercato Italia - la riduzione e' passata dal 27% al 19%. All'interno del mercato digitale lo streaming si e' accaparrato una grossa fetta, circa il 65% a fronte del 35% di download". "All'interno di questa rivoluzione dell'industria musicale - continua Diquattro - Spotify e' riuscita a dare al consumatore esattamente cio' che voleva: ascoltare musica gratis in qualsiasi momento e da ogni dispositivo (smartphone, pc e tablet). E ad essere soddisfatti non sono solo gli utenti, ma anche gli artisti che sempre di piu' si approcciano positivamente alla piattaforma, dal momento che e' frequentata attivamente da 75 milioni di persone, dei quali 20 milioni sono abbonati al servizio premium a pagamento". (AGI)