A settembre flessione congiunturale per le esportazioni (-2,1%) e una più contenuta diminuzione per le importazioni (-0,3%). Lo rileva l'Istat diffondendo i dati sul commercio con l'estero. Su base tendenziale l'export cala del 2,8% e l'import sale del 5,7%. Il calo congiunturale dell’export è da ascrivere alla diminuzione delle vendite sia verso i mercati extra Ue (-2,9%) sia verso l’area Ue (-1,4%).
Si stima che il surplus commerciale si riduca di 2.983 milioni di euro (da +4.257 milioni a settembre 2017 a +1.274 milioni a settembre 2018). Nei primi nove mesi dell’anno l’avanzo commerciale raggiunge +28.482 milioni (+58.422 milioni al netto dei prodotti energetici). "La flessione dell’export su base annua rilevata a settembre, dopo tre mesi di crescita, - spiega l'Istat - riflette una diminuzione dei volumi più ampia della crescita dei valori medi unitari. La correzione per gli effetti di calendario porta la variazione dell’export a +1,6%.
Il calo registrato per i dati grezzi è da ascrivere esclusivamente alla diminuzione delle vendite verso i paesi dell’area extra Ue e riguarda principalmente i settori alimentare, degli altri mezzi di trasporto e farmaceutico. Sempre su base annua, la crescita dei prezzi all’importazione è trainata dagli acquisti di prodotti energetici dall’area non euro. Al netto dell’energia, la crescita tendenziale è di poco inferiore a un punto percentuale".