La Fed ha iniettato altri 75 miliardi di dollari di liquidità in cambio di obbligazioni nel corso in un'asta pronti contro termine. Si tratta del terzo intervento dopo quelli di martedì e di ieri, per un totale di oltre 200 miliardi di dollari in tre giorni. La prima mossa, di 53 miliardi, è stata decisa per riequilibrare il mercato dei "repo" a fronte di un'impennata dei tassi di interesse. La seconda mossa, ieri, è stata di 75 miliardi e la terza, quella odierna è stata anch'essa di 75 miliardi di dollari, a fronte di una domanda di 84 miliardi.
È la prima volta dal 2008, cioè dagli anni della crisi finanziaria, che la Fed non metteva in atto operazioni di queste genere. Come spiegato in un comunicato l'obiettivo è "aiutare a mantenere i tassi dei federal fund all'interno del range che va dal 2% al 2,25%".
COSA SONO LE ASTE REPO
La "Repurchase Operation" o "repo" è un'operazione tipica del mercato monetario statunitense. Negli Usa un repurchase agreement è una vendita di titoli effettuata dai dealer sul mercato secondario dei titoli di Stato (l'equivalente delle operazioni di pronti contro termine negoziate nel mercato italiano). Implica una vendita di titoli a pronti con un simultaneo accordo di riacquisto a termine a un prezzo prefissato.
Dal mercato secondario dei titoli del Tesoro i repo si sono estesi ad altri segmenti del mercato monetario e sono diventati un modo abbastanza diffuso di finanziamento da parte delle grandi imprese, delle banche e di altre istituzioni, estendendo anche a titoli diversi da quelli del Tesoro. Ieri la Fed ha abbassato il tasso di interesse Usa di un quarto di punto, portando la forchetta tra l'1,75% e il 2%.
Nei giorni scorsi i tassi dei repo sono saliti sino a raggiungere il 10%, a dimostrazione di una domanda nettamente superiore all'offerta e dunque di una scarsità di liquidità in questo settore dei prestiti a brevissimo termine. L'intervento della Fed si è reso quindi necessario in quanto il balzo improvviso dei tassi repo ha avuto un effetto domino sullo strumento principale di politica monetaria della Fed, ovvero sui tassi sui fed funds, che sono schizzati fino al 2,25%.
COME FUNZIONANO
Questa operazione straordinaria di carattere tecnico implica una vendita di titoli a pronti con un simultaneo accordo di riacquisto a termine a un prezzo prefissato. Nel contratto sono specificati il prezzo di acquisto (valore nominale del prestito), il tasso d'interesse implicito dell'operazione, la scadenza e i titoli oggetto dello scambio. La differenza tra il prezzo di acquisto a pronti dei titoli e il loro valore di mercato rappresenta il margine lucrato dal dealer, ed è destinato a proteggere il finanziatore dai rischi connessi a un aumento dei tassi d'interesse e quindi dalla riduzione della garanzia.
Il tasso d'interesse è legato all'andamento dei federal funds, sebbene sia generalmente più basso in quanto gli accordi in oggetto si ritengono garantiti (secured); la scadenza è generalmente overnight, anche se si intende tacitamente rinnovabile fino alla revoca da parte dell'acquirente dei titoli (raramente la durata supera i trenta giorni).
I repo sono nati negli Usa tipicamente come operazioni con cui i dealer finanziano il proprio portafoglio titoli, rivendendo al Tesoro americano con contratti repoparte dei titoli sottoscritti alle aste del Tesoro stesso, con l'impegno di riacquistarli entro un certo tempo. In effetti, dopo l'asta di emissione e dopo la stipula del repurchase agreement il dealer si mette in caccia di clienti disposti ad acquistare una partita di titoli e, come li trova, ritira dal Tesoro i titoli da consegnare. Di fatto con i repurchase agreement il Treasury Department finanzia i dealer e finanzia insieme le sue stesse emissioni.
LE MOSSE DI BOE E BOJ
Sono di oggi anche le decisioni di politica monetaria della Banca d'Inghilterra e di quella del Giappone. Il board della Boe ha deciso all'unanimità di lasciare invariati i tassi allo 0,75% e non ha cambiato il programma di acquisto asset, che resta fissato a 435 miliardi di sterline. Tuttavia l'istituto centrale ha avvertito che una prolungata incertezza sulla Brexit indebolirà la crescita e l'inflazione.
Stessa linea dalla Boj che ha sì lasciato invariata la sua politica monetaria, ma ha lanciato l'allarme sui forti rischi che minacciano l'economia valutando un allentamento a ottobre. L'istituto ha mantenuto a -0,1% il tasso di interesse a breve termine e si è impegnata a guidare i rendimenti dei titoli di Stato decennali intorno allo zero nell'ambito della sua politica di controllo della curva dei rendimenti. La banca centrale riesaminerà lo sviluppo economico e l'andamento dei prezzi nella prossima riunione politica "quando rivedrà il suo target a lungo termine di crescita e le previsioni sui prezzi".