Uno degli uomini che più a lungo a guidato una parte dell’industria dell’auto ha appena predetto la fine dell’industria dell’auto. Bob Lutz è l’ex vice presidente di General Motors e in un lungo articolo su Automotive News ha scritto che costruire auto non sarà più necessario. E invita chi possiede un’auto a disfarsene entro 5 anni.
“È triste per me dirlo”, si legge nell’articolo, “ma ci stiamo avvicinando alla fine dell’era dell’automotive. Entro 20 anni guidare le auto, avverte, non sarà più consentito e aziende come Uber, Lyft, Google e Apple prenderanno il posto di un’industria che adesso vede i suoi centri in posti come Detroit, la Germania, l’Italia e il Giappone.
L'era delle auto modulari, a guida autonoma
I nostri spostamenti, aggiunge, saranno tutti fatti da moduli. Assai diversi dalle auto che conosciamo. E le nostre auto prima o poi finiranno tutte negli sfasciacarrozze. “Mi aspetto che entro 5 anni la gente comincerà a vendere le proprie auto usate, o le scambieranno con moduli a guida autonoma”. L’articolo ha fatto velocemente il giro del mondo. Lutz parla di trend piuttosto accentuati negli ultimi anni. Per esempio, i dati del dipartimento dei trasporti americano dicono che entro il 2029 sarà ribaltata la diffusione tra auto autonome e auto tradizionali.
Non è certo però che questa rivoluzione spazzerà l’industria automotive in tutti i suoi aspetti. Magari le cambierà pelle. La produzione delle auto rimane un ‘mestiere’ complesso. E chi ha provato a entrarci partendo da zero sta trovando difficoltà evidenti, come succede per Tesla.
La rivoluzione toccherà anche l’Italia. Dove però si sta muovendo qualcosa in questi anni, e nel 2018 promette di esplodere a livello globale. Durante l’ultimo Web Summit nell’area più esclusiva tra gli spazi della fiera si aggirava un imprenditore italiano, nato a Chieri, Torino, da genitori di Honk Hong. Si chiama Tin Hang Liu e probabilmente con la sua startup rappresentava al meglio quello che la kermesse dell’innovazione di Lisbona voleva portare nel campo dell’automotive.
Cos'è un'auto modulare
La sua startup si chiama Osvehicle ed è un modello open source di auto modulare, pensata per sostituirsi al modo tradizionale di costruire l’auto. Partendo da un dato, molto simile a quello da cui è partito Lutz per le sue previsioni: le case automobilistiche stanno trovando sempre più difficoltà a vendere auto alle nuove generazioni, che preferiscono non possedere l’auto ma ‘usarla’ quando serve, per poi lasciarla. Un po’ come succede con il bike sharing, o con Uber. Con la sola differenza che la sua azienda già guarda alle auto che si guideranno senza autista.
Un veicolo che non si possiede, ma che si può sempre usare, attivo 7 giorni su 7, 24 ore al giorno, abbattendo i costi del possesso, ma anche il problema delle discariche e dei cimiteri di auto. Un mercato, quelle delle auto-as-a-service, che nel 2050 sarà di 7 trilioni di dollari. La vera novità di Osvehicle, spiega Hang Liu, è che si compone di moduli. “Questo permette di costruire il mezzo su una catena di montaggio diffusa, e risparmiare sui costi: se si rompe una parte si sostituisce solo quella parte, come succede per gli aerei”.
La crescita nella palestra di Airbnb
A marzo 2017 hanno finito un programma di accelerazione tra i più prestigiosi al mondo: Y-Combinator, in California. Airbnb, Dropbox e Reddit sono uscite da lì. Sam Altman, il presidente ha spiegato perché hanno investito in loro: “Osvehicle rende la costruzione delle auto più facile. Crediamo che auto del futuro saranno costruite da piattaforme come questa”. Piattaforme, non case automobilistiche. Osvehicle ha accordi con aziende per produrre pezzi di auto, che loro progettano e assemblano a Torino.
I loro progetti sono open source, aperti, scaricabili, replicabili e migliorabili da tutti. Loro hanno già stretto accordi e partnership con alcune case automobilistiche, e altre ne arriveranno, spiegano ad Agi. Vendono la tecnologia, gli automaker ci lavorano. Le auto le fanno però in Italia, con aziende del modenese. Il primo prototipo uscirà nei primi mesi del 2018.
"In Italia abbiamo una competenza unica per fare le auto, e le faremo in futuro"
“Il mercato dell’automotive è molto complesso. Qui in Italia però abbiamo delle competenze uniche al mondo, abbiamo questo know how nel dna. Ci sono centinaia di aziende che fanno auto e parti di auto”. Oltre ad accordi con partner industriali, loro puntano a vendere questi veicoli anche alle aziende. Con modelli ‘brandizzati’ ad hoc. L’industria dell’automotive può darsi che finirà per come la conosciamo. Ma qualcosa al suo posto arriverà. Per ora può sembrare strano, ma se il mercato non mente il futuro va in quella direzione.
Alla fine, quanti con meno di 35 anni hanno un’auto oggi?