Nei prossimi tre giorni oltre 50 mila persone sono attese alla Fiera di Roma per partecipare al mega concorso che selezionerà quasi 3 mila navigator. La figura, nata con il reddito di cittadinanza, andrà ad affiancare i centri dell’impiego nell’individuazione di un lavoro per i beneficiari del sussidio.
Le chance non sono molte: secondo l’Anpal, l’Agenzia per le politiche attive - società pubblica interamente partecipata dallo Stato italiano - sono attesi 53.907 candidati per 2.980 posti. In pratica sarà assunto un candidato su 18. Unico requisito richiesto, la laurea.
Ma cosa fa e quanto guadagna un navigator?
“Il navigator - spiega l’Antal - sarà la figura centrale dell’assistenza tecnica fornita ai Centri per l’Impiego per l’introduzione del reddito di cittadinanza”. Il suo mandato scadrà il 30 aprile 2021 mentre il compenso lordo annuo, riporta La Stampa, è di 27.338,76 euro oltre a 300 euro lordi mensili a titolo di rimborso forfettario delle spese di viaggio, vitto e alloggio. Dal concorso usciranno i 2.980 profili da distribuire in ciascuna zona d’Italia per “uniformare gli standard dei servizi per l’impiego su tutto il territorio nazionale”.
Il ritratto del futuro navigator
È donna, ha tra i 30 e i 40 anni e viene dal Sud. Questo è l’identikit tracciato sui candidati al concorsone. Lo dicono i numeri: la maggior parte degli aspiranti navigator è di sesso femminile (il 73%) e per la metà hanno tra i 30 e i 40 anni, prevalentemente con lauree in giurisprudenza (16.953), psicologia (12.080) e scienze economico-aziendali (7.242).
In Campania c’è il maggior fabbisogno di navigator (471); la sola provincia di Napoli ne prevede 274. Segue la Sicilia con 429 posti di cui 125 a Palermo e 100 a Catania. Al Nord c’è la Lombardia con 329 navigator, di cui 76 a Milano e 50 a Brescia, mentre nel Centro Italia è il Lazio la regione che ha maggiore necessità di copertura con 273 operatori (195 nella provincia di Roma).
Intanto sono già partiti i ricorsi. Circa 20 mila aspiranti navigator sono stati esclusi per il basso voto di laurea. Lo scopo, riporta il Corriere, è quello di limitare il numero dei partecipanti all’unica prova selettiva e velocizzare la procedura, che già di per sé per come è stata strutturata è velocissima: un test a risposta multipla di 100 domande, chi totalizza il punteggio più alto vince.
Ma uno degli esclusi ha deciso di andare a fondo e il giudice del lavoro del Tribunale di Catania lo ha rimesso in gioco, proprio alla vigilia delle prove creando un precedente per tutti gli altri ricorsi il cui esito arriverà a concorso terminato.