Huawei non ha ricevuto aiuti statali dalla Cina e l'articolo del Wall Street Journal secondo cui il colosso delle telecomunicazioni avrebbe ottenuto 75 miliardi di dollari in sovvenzioni, agevolazioni fiscali e finanziamenti,
"è basato su informazioni false e conclusioni affrettate, non corrette" e che tendono a favorire player svantaggiati come Nokia, Ericsson e Cisco.
Secondo il quotidiano finanziario, gli aiuti avrebbero favorito l'ascesa di Huawei ai vertici delle telecomunicazioni globali ponendola in una posizione più forte rispetto ai concorrenti. "Pura speculazione" replica oggi Huawei, "Il successo è il risultato di 30 anni di grandi investimenti nella ricerca e sviluppo, di lavoro e dedizione alle esigenze dei suoi clienti, di attenzione per i suoi 190 mila dipendenti, questa è la verità".
Il colosso di Shenzhen rilancia domandandosi "quali siano le motivazioni e le finalità nella pubblicazione di questo articolo". "Huawei" spiega la nota, "è una società interamente privata e di proprietà dei suoi dipendenti. Nel corso degli ultimi 30 anni, ha investito tra il 10% e il 15% delle entrate annuali in Ricerca e Sviluppo. Gli investimenti in Ricerca e Sviluppo negli ultimi dieci anni ammontano complessivamente a quasi 73 miliardi di dollari, solo nel 2018, la sua spesa in R&D ha raggiunto i 15 miliardi di dollari, portando Huawei al quinto posto nel mondo per investimenti in Ricerca e Sviluppo".
La nota prende di mira anche i diretti concorrenti di Huawei_ "Cisco, Nokia, ed Ericsson, rispettivamente al 25esimo, 27esimo e 43esimo posto" nella classifica degli investimenti in R&D. "Dal 2009 al 2019, Huawei ha investito oltre 4 miliardi di dollari sul 5G. Questo valore è più del totale degli investimenti sul 5G di tutti i principali fornitori tecnologici negli Stati Uniti e in Europa messi insieme" e "il rapporto con il governo cinese non è diverso da quello di qualsiasi altra società privata che opera in Cina. Come altre aziende tecnologiche in Cina, comprese quelle provenienti dall'estero, Huawei ha policy interne che permettono di ottenere un certo sostegno da parte del governo cinese. L’impresa non ha mai ricevuto alcun trattamento aggiuntivo o speciale. Il capitale circolante proviene principalmente dalle sue operazioni commerciali e dal finanziamento esterno piuttosto che dalle sovvenzioni governative. Negli ultimi 10 anni, il 90% del capitale circolante proviene dalle operazioni commerciali. Il finanziamento esterno di Huawei segue tutte le regole di mercato e il suo costo del debito si allinea con gli standard di mercato".
Huawei rivendica che "ogni azienda tecnologica che opera in Cina ha diritto a determinate sovvenzioni da parte del governo, purché soddisfino determinate condizioni, incluse le aziende di tecnologia che provengono da oltreoceano" e che "le sovvenzioni fornite alle aziende di tecnologia sono utilizzate principalmente per sostenere i programmi di ricerca e Huawei richiede queste sovvenzioni governative proprio come qualsiasi altra società".
Nell'ultimo decennio, afferma l'azienda, "l'importo totale che Huawei ha ricevuto da parte dei governi sia all'interno che all'esterno della Cina in sovvenzioni per la Ricerca e Sviluppo ammonta a meno dello 0,3% del fatturato totale. Nel 2018, Huawei ha ricevuto solo un importo pari allo 0,2% dei suoi ricavi annuali".
Huawei accusa il Wall Street Journal di aver "pubblicato una serie di articoli falsi e irresponsabili" che "hanno seriamente danneggiato la reputazione dell’impresa" e "si riserva il diritto di intraprendere azioni legali per proteggerla".