Si occupa dei servizi di gestione dei soggiorni in Airbnb, dall’arredamento al cambio della biancheria, fino al posizionamento e al pricing, e ha l’obiettivo di trasformare il soggiorno in casa in un’esperienza da hotel. La startup si chiama Hostmaker, è stata fondata nel 2014 a Londra da Nakul Sharma, 33 anni, è uno dei progetti innovativi più finanziati in Europa tra i servizi di gestione Airbnb (ha raccolto in 4 anni quasi 25 milioni di dollari), gestisce 1600 appartamenti, fra Londra, Parigi, Barcellona, Roma (da diversi anni), Firenze (dal mese scorso) e nei progetti c’è anche Milano. Da giugno il suo head of account management è l’italiano Fabrizio Giulio (15 anni di esperienza in Expedia).
Con il CEO Nakul Sharma abbiamo parlato degli sviluppi del progetto, di sharing economy, di regole e di quanto che sta succedendo ad Amsterdam e Barcellona: città in cui sono intervenuti gli amministratori locali per gestire e limitare il fenomeno degli affitti di alloggi privati per brevi periodi.
“La sharing economy è un fenomeno in evoluzione. Fino a pochi anni fa esisteva solo Airbnb, ora c’è una moltitudine di soggetti: questo la dice lunga sulla vitalità del segmento. Si tratta di fenomeni che nascono sulla spinta del mercato, ma che arrivati ad un certo punto devono essere gestiti”.
Old e new economy
Il progetto di Hostmaker poggia su questa idea: un modello che sia cerniera fra old economy e new economy, in cui la condivisione di un bene come la casa sia declinata alla maniera dei soggiorni tradizionali in albergo. “Fino a qualche anno fa era il concierge dell’hotel a dirci cosa visitare e come muoverci in un determinato posto. Oggi si trova tutto su un’app. Hostmaker è parte di questo cambiamento” ha detto Nakul Sharma, che porta come esempio l’accordo che la società ha stretto con Marriott, “una compagnia ultracentenaria”.
“Hostmaker porta i servizi alberghieri nelle case - ha spiegato Sharma - tecnicamente è una property management company, full service - ha precisato - con servizi che comprendono il pricing, il posizionamento tariffario, i servizi di benvenuto, di pulizia, di maintenance qualora vi siano problemi nel corso del soggiorno”. Per questi servizi Hostmaker trattiene una percentuale sul prezzo dell’affitto Airbnb fra il 20 e il 30%.
Una lunga esperienza nel settore alberghiero
Nakul Sharma ha portato nella sua startup una lunga esperienza maturata nel settore dell’hospitality. “Ho avuto due esperienze in Starwood e InterContinental, catene internazionali di categoria premium, ho anche frequentato una scuola dedicata”. Secondo Sharma “i viaggiatori sono sempre più alla ricerca di esperienze autentiche (vivere il quartiere dove si trova l’appartamento) abbinate però ad un livello di servizio proprio delle catene alberghiere”.
Hostmaker dichiara il 400% di crescita del business anno su anno, oltre 60 mila affitti andati a buon fine. Alla fine del 2017 ha chiuso un round da 15 milioni di dollari. “La maggior parte delle energie della startup vanno nell’assunzione di personale qualificato, di talenti, in investimenti in tecnologia (per rendere i processi sempre più automatizzati e migliorare la qualità del servizi) e nell’internazionalizzazione del prodotto”.