Fare soldi con YouTube è possibile, ma tutt’altro che semplice. Soprattutto se ambite a trasformare il vostro canale online in uno strumento che vale milioni di dollari, come sono riusciti a fare questi ragazzi (o bambini, visto che il più ricco di tutti ha appena otto anni). Ma se volete provarci, ecco come fare.
I requisiti per monetizzare
È YouTube stesso a mettere a disposizione degli utenti un sistema che consente di guadagnare pubblicando video: si chiama Programma Partner e offre ai creator, cioè gli autori, la possibilità di accedere a più risorse e funzionalità di YouTube. Tra queste, la monetizzazione.
I requisiti per cominciare sono cinque. Per prima cosa occorre rispettare le norme della community: sono vietatissimi i contenuti violenti, quelli che incitano all’odio, le clip che contengono nudità o minacce, o ancora i video caricati da utenti che non dispongono dei diritti di utilizzo commerciale (l’esempio classico è usare come colonna sonora una canzone protetta da copyright).
Se da questo punto di vista siete tranquilli, passiamo oltre: posto che viviate in un Paese che offra il Programma Partner (sì, l’Italia fa parte dell’elenco), avete bisogno che i vostri video siano già piuttosto popolari online. In particolare è necessario che, negli ultimi dodici mesi, i contenuti caricati abbiano racimolato almeno 4000 ore di visualizzazione pubbliche; occorre poi che la vostra fanbase, cioè gli utenti iscritti al canale che intendete monetizzare, conti almeno mille persone. L’ultimo requisito è avere un account AdSense, il servizio di banner pubblicitari offerto da Google.
Ricapitolando: per iscriversi al programma che consente di guadagnare su YouTube occorre avere già un pubblico che vi segue da almeno un anno e in maniera piuttosto assidua. Facciamo un calcolo: se sul vostro canale pubblicate un video di 3 minuti a settimana, in media occorre che ognuno di questi sia stato visto interamente almeno 1600 volte. Certo, possono bastare anche solo un paio di clip di buon successo, ma racimolare 4000 ore di visualizzazione non è esattamente un gioco da ragazzi, soprattutto perché online la concorrenza è spietata.
Cominciare a guadagnare su YouTube: la pubblicità
Prima di cominciare a farvi guadagnare, YouTube controllerà che i requisiti sopra indicati siano rispettati. Ci vorrà circa un mese, ma se tutto fila allora sarete pronti a monetizzare per davvero. In che modo? Con la pubblicità, naturalmente.
Creatori, spettatori, inserzionisti: sono loro tre gli attori interessati nel gioco dell’advertising (oltre naturalmente a YouTube stesso che, inutile dirlo, guadagna più di tutti gli altri). I creatori possono attivare le pubblicità dal cosiddetto YouTube Studio, cioè il profilo personale che consente di gestire le varie opzioni disponibili sulla piattaforma: esistono diversi formati pubblicitari, alcuni particolarmente invasivi (quelli che compaiono prima dei video e che non sono ignorabili, di durata variabile tra i 6 e i 20 secondi), altri meno disturbanti, come le schede che compaiono a fianco del video o in sovrimpressione.
YouTube non specifica quanto possono fruttare queste pubblicità, spiegando che “le entrate dipenderanno da svariati fattori. I due fattori chiave sono il tipo di annunci e il prezzo degli annunci mostrati con i tuoi video”. In generale, comunque, si ricava se gli annunci vengono guardati per almeno 30 secondi (o, se più brevi, almeno per metà della durata complessiva dello spot) oppure se si clicca sul banner pubblicitario.
In un post di fine 2018, una società statunitense che si occupa di revisione e consulenza, la G2 Crowd, ha dato qualche numero: i ricavi si attesterebbero sui 18 centesimi di dollaro per visualizzazione: di questi, però, soltanto il 55% andrà all’autore, mentre il rimanente 45% finirà nelle casse di Google (proprietaria di YouTube).
Fidelizzare gli spettatori: merchandising ed emoji a pagamento
Difficile convincere gli utenti a sorbirsi 30 secondi di spot su YouTube. Se anche ci si riuscisse, con cifre simili a quelle riportate (che ribadiamo però non essere ufficiali) sarebbe difficile diventare milionari soltanto con la pubblicità. L’opinionista di Forbes Jeff Ross, in un articolo di marzo 2019, ha scritto che “Adsense è uno dei canali su cui fare il minor affidamento se l’obiettivo è guadagnare milioni di dollari”.
Per far soldi, insomma, occorre ingegnarsi in altro modo: stringendo accordi con i marchi, per esempio. Lo suggerisce lo stesso YouTube, d’altronde: “Lavorare con i brand può rappresentare un altro flusso di entrate e un'opportunità per presentare nuovi prodotti e servizi al tuo pubblico. I brand sono spesso desiderosi di stringere accordi con i creator, perché grazie a questi accordi possono raggiungere il pubblico desiderato e ampliare il loro mercato”.
Ma per poter ambire a diventare influencer conta avere un certo peso in fatto di pubblico: insomma, anche in questo caso il segreto è fare views, e per farle contano i contenuti. I video devono saper acchiappare il pubblico, avere qualcosa di originale, utile o divertente. Solo così si possono convincere le società a pagare per mostrare i loro porodotti.
A disposizione degli autori ci sono però altri mezzi per incassare: vendere merchandising, cioè prodotti che possano piacere ai propri fan. Oppure, sempre in tema di fidelizzazione del cliente-spettatore, esistono gli abbonamenti ai canali: uno strumento che consente, dietro pagamento al produttore dei video, di ricevere contenuti esclusivi come badge o emoji. I primi sono i simboli che appaiono accanto al nome dello spettatore quando si commenta un video; i secondi quelle faccine utilizzabili in chat. Se il vostro canale dovesse diventare molto trendy, potreste trovare qualcuno disposto a spendere anche per questi benefit.
Conoscete le Superchat?
Non è finita qua: YouTube mette a disposizione anche un servizio che consente agli spettatori di pubblicizzare i propri commenti ai video trasmessi in diretta: è la cosiddetta Superchat. La funzione consiste in una sorta di mancia versata all’autore per far sì che il proprio commento rimanga fissato in alto nella chat. La speranza, in questo modo, è che il messaggio venga letto da più persone possibili.
L’ultimo meccanismo offerto dal servizio di video di Google è l’abbonamento Premium: una sottoscrizione che costa una dozzina di euro al mese e consente di eliminare la pubblicità da YouTube, che abilita la riproduzione dei video in background e permette di scaricare le clip oltre ad accedere a contenuti originali. In questo caso, i benefici agli autori dipendono dal numero di ore trascorse dagli spettatori sui loro canali.