La Cina chiede all'Italia di fornire giuste condizioni per le imprese cinesi che operano sul territorio italiano, all'indomani della decisione del nuovo governo italiano di esercitare i poteri speciali, ovvero il "Golden Power", sul 5G, mettendo nel mirino proprio i due giganti della telecomunicazioni cinesi, Huawei e Zte.
"La cooperazione con i gruppi italiani non ha mai posto problemi di sicurezza", ha dichiarato nel corso della conferenza stampa odierna il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Geng Shuang. "Auspichiamo che l'Italia adoperi una strategia fondata sulla fiducia reciproca e sui benefici reciproci e fornisca giuste condizioni per le imprese cinesi, per approfondire la cooperazione e portare benefici più tangibili a entrambi i Paesi".
Leggi anche: Il dossier Agi sul 5G
Geng ha poi anche ricordato la cooperazione tra Huawei e Zte con gruppi di ricerca e aziende italiane, e i "massicci investimenti" fatti dai due gruppi cinesi "creando migliaia di posti di lavoro e contribuendo allo sviluppo industriale e all'aggiornamento delle infrastrutture".
Che cosa è e come funziona il Golden Power
"Qualora sia in gioco una azienda strategica", spiega La Repubblica, "la legge prevede che gli eventuali cambi di controllo debbano essere notificati alla Presidenza del consiglio entro dieci giorni o in ogni caso prima che divengano effettivi. Nel settore delle comunicazioni, con poteri speciali l'esecutivo potrebbe mettere un veto sulle operazioni riguardanti asset che risultassero strategici, oppure porre particolari condizioni. Per accedere alla golden power, dall'istruttoria dovrebbe emergere un possibile 'grave pregiudizio' per gli interessi pubblici legati al buon funzionamento della rete di telecomunicazione".