La Germania è pronta a mettere fine all'utilizzo del carbone per la produzione di elettricità entro il 2038. La roadmap è stata tracciata da una commissione di nomina governativa, secondo cui la transizione potrebbe costare fino a 80 miliardi di euro nei prossimi 20 anni, metà per sostenere le regioni carbonifere del Paese e il resto per prevenire il possibile aumento dei costi dell'energia.
La commissione formata da politici, esperti di clima, sindacati e industriali delle regioni carbonifere ha raggiunto l'accordo sul rapporto dopo una maratona finale di 24 ore. L'intesa segue mesi di dure polemiche e ora il documento sarà girato all'esecutivo per una decisione politica finale.
In base al piano, molti impianti a lignite, più inquinante del carbone nero, saranno chiusi entro il 2022. Altre fabbriche saranno fermate entro il 2030, quando soltanto 17 gigawatt di elettricità saranno prodotti a carbone, contro gli attuali 45 gigawatt. Gli ultimi impianti si fermeranno nel 2038 al più tardi, afferma la commissione, secondo cui tuttavia il processo potrebbe terminare già entro il 2035 se le condizioni lo permetteranno. Un recente sondaggio condotto dalla rete televisiva pubblica Ard ha rilevato che il 59% dei tedeschi è favorevole allo stop. Ma nelle regioni minerarie il 61% degli intervistati chiede una transizione piu' lenta.