La trattativa fra Fca e Renault, interrotta bruscamente nel giro di una notte, potrebbe ancora ripartire. A crederci sono innanzitutto gli investitori, i primi ad aver puntato sulla bontà del progetto, una volta annunciato. In una giornata, quella di ieri, già nel complesso felice per il settore auto, che ha beneficiato anche della distensione fra Usa e Messico sul fronte dei dazi, sia il titolo del Lingotto che quello della casa francese sono saliti, con rialzi rispettivamente dell'1,74% e del 2,59%.
Sono diversi i motivi che portano gli investitori a credere in una possibile riapertura delle discussioni, chiuse in modo netto dal presidente di Fca, John Elkann. Se il gruppo italo americano guarda anche altre alternative, le ultime novità interne all'alleanza Renault-Nissan, la cui preservazione è stata usata ufficialmente come motivo dal ministro francese Bruno Le Maire nel chiedere del tempo in più per decidere, non sono di certo le più serene.
I giapponesi sono da tempo insofferenti per la 'presa' di Renault, che detiene oltre il 40% delle azioni di Nissan (mentre la partecipazione incrociata del 15% nella casa parigina è senza diritti di voto, ndr). Inoltre, da Tokyo hanno interpretato come l'ennesimo sgarbo la scelta di Renault di astenersi sul riassetto della governance del gruppo dopo la vicenda giudiziaria che ha colpito Carlos Ghosn. Una scelta che per Nissan è "in contrasto con gli sforzi per migliorare il governo societario".
In questo complicato scenario a tre Fca e Renault, e in particolare i due presidenti Elkann e Jean-Dominique Senard, forti del buon rapporto creato durante le trattative dei mesi scorsi, valutano se e come far ripartire l'operazione. Un'ipotesi per garantirsi il coinvolgimento dei partner giapponesi, che sono cruciali non solo per fare massa e sinergie ma anche per le proprie tecnologie su elettrico e ibrido, potrebbe passare proprio per una presa meno stretta di Renault su Nissan, vendendo parte 43,4% delle azioni che ha in mano o in qualche modo congelandone il peso. Nell'eventuale holding che si creerebbe in Olanda in caso di un matrimonio che coinvolgesse tutti e tre i gruppi, inoltre, Nissan peserebbe tanto quanto lo Stato francese e i suoi diritti di voto sarebbero scongelati.
Il progetto di fusione tra Renault e Fca "resta una bella opportunità", ha detto oggi Le Maire a Tokyo, spiegando tuttavia che le condizioni da soddisfare restano la salvaguardia dell'alleanza con Nissan e "l'occupazione industriale". Il politico ha quindi confermato il proprio appoggio al presidente di Renault, Senard: "Ha la fiducia dello Stato francese" per condurre in porto "il rafforzamento dell'alleanza", ha affermato il ministro. Già mercoledì, in occasione dell'assemblea degli azionisti di Renault, potrebbero emergere nuovi spunti. Sempre che nel frattempo, in uno scenario messo in movimento dalla mossa di Fca, non ci siano altre case automobilistiche pronte a farsi avanti, come i coreani di Hyundai.