Il coronavirus ha impresso una forte accelerazione ai processi di innovazione. Qual è la lezione che gli innovatori italiani stanno apprendendo dall’emergenza in corso?
“Il nostro Paese deve ancora imparare a regolare e regolamentare il processo di scambio fra innovatori, laboratori di ricerca, università e aziende, un processo complesso che non può essere affidato al caso a processi obsoleti.. E se qualcosa questa crisi ci sta insegnando è la necessità stringente che il Paese diventi autonomo per alcuni tipi di produzione di prima necessità e che le aziende tradizionali inizino ad “usare” le startup”.
Jessica Abbuonandi, CEO e founder di Wise Mind Place, il primo e-commerce delle idee che aiuta gli inventori a trasformare la loro intuizione in un prodotto seguendone il processo di sviluppo, tutela e vendita.
“Il digitale rappresenta una risorsa indispensabile per gestire situazioni di emergenza, Questo test inaspettato, che non avremmo mai voluto affrontare, porterà a un nuova era digitale e a una maggiore consapevolezza da parte delle aziende sugli investimenti da fare in ambito di digitalizzazione aziendale. Soprattutto quando devono essere gestiti beni primari".
Anastasia Sfregola, sales manager per per l’Italia di Kooomo, piattaforma che aiuta le aziende a lanciare il proprio business online
"Gli italiani sono diventati improvvisamente un popolo di smart worker e sono stati costretti a trasportare in rete buona parte delle loro attività quotidiane. Questo scenario sta generando una maggiore consapevolezza sull’importanza del digitale, un passaggio forzato che nei prossimi mesi potrebbe dare frutti concreti. Primo fra tutti la valorizzazione di tecnologie che magari già conoscevamo ma che oggi possono diventare risorse importanti"
Giorgio Sadolfo, CEO e founder di Filo, la prima startup in Italia ad aver utilizzato il bluetooth come tecnologia per il tracciamento a corto raggio di oggetti.
“Nel medio termine molte più persone di quante ci si sarebbe aspettati, abbracceranno la digitalizzazione come strumento di trasparenza e semplificazione, creando nuove opportunità per i mercati e accelerando il processo di innovazione degli stessi”.
Giovanni Cavallo, co-fondatore di Mymenu, un’azienda di food delivery attiva in 6 città del nord Italia
"Tutte le startup digital-by-design, innovative, agili e in grado di migrare facilmente su modalità di smart working stanno tenendo bene la barra dritta. Il mercato si mantiene particolarmente dinamico e gli investimenti in aziende innovative, caratterizzati in ogni caso da un'alta propensione al rischio, non vengono intaccati”.
Marco Scioli, presidente di Starting Finance, network di informazione finanziaria e società di investimenti e consulenza per startup e PMI innovative
Le nazioni europee dovranno iniziare a ripensare le proprie catene produttive, almeno quelle indispensabili, perché non si può strategicamente lasciare tutta la produzione ad un Paese solo. Vedo poi crescere un nuovo approccio ai consumi, con un'ottica più ambientale, con maggiore attenzione alla salute e alla salvaguardia dei consumatori e dei dipendenti
Ivan Aloisio, founder di Fortunale, startup tessile che produce maglioni 100 per cento lana biologica realizzati con tintura naturale.
Il necessario punto di partenza è la nostra concezione della salute, l'epidemia di coronavirus ha reso concreti i costi, anche economici, provocati dall’assenza di regole globali sulla tutela della salute, passando anche dalla sicurezza alimentare. La speranza di avere più tutela della salute e maggiore consapevolezza di preservarla, per noi stessi e per gli altri è sicuramente cosa che auspichiamo possa scaturire da questa situazione .
Matteo Graziani, founder di Serranova, che sviluppa una serra modulare basata su un metodo di stimolazione naturale a fotoluminescenza