Fca è nel mirino degli investitori cinesi. Le indiscrezioni fanno volare il titolo in Borsa: a Milano il gruppo ha chiuso in rialzo all'8,15%, ai massimi in quattro mesi), mentre a Wall Street il balzo a metà giornata è dell'8,10%. Fiat Chrysler Automobiles, scrive 'Automotive News', avrebbe già avuto contatti con un noto gruppo automobilistico cinese.
L'offerta sarebbe stata però rifiutata perchè ritenuta insufficiente, secondo fonti della rivista specializzata statunitense. Le trattative sarebbero proseguite anche con il gruppo Great Wall Motors; rappresentanti delle due case automobilistiche si sarebbero incontrati sia in Cina, sia al quartier generale di Fca, a Auburn Hills, in Michigan.
Le prime voci di un interesse cinese all'inizio del 2017
Voci su un possibile interesse cinese per Fca erano comparse già all'inizio del 2017. In particolare, il 'Detroit News' citava a gennaio scorso un analista del settore automobilistico per Bank of America Merrill-Lynch, John Murphy, che prevedeva un interesse cinese in Fca nell'arco di 3-5 anni. Secondo Murphy, l'acquisto di Fca poteva rappresentare un importante ingresso per i gruppi cinesi nel settore automobilistico statunitense, e con i capitali in arrivo dalla Cina, Fca avrebbe potuto andare incontro a nuovi successi.
Fca rappresenterebbe un'acquisizione interessante, o meglio "un obiettivo perfetto", secondo 'Automotive News', perché in linea con i desiderata di Pechino sugli investimenti e le acquisizioni all'estero. I vertici cinesi avevano detto chiaramente di volere dare un taglio agli investimenti "ciechi e irrazionali" all'estero, come li aveva definiti a febbraio scorso il capo della State Administration of Foreign Exchange cinese Pan Gongsheng. Le mire dei gruppi cinesi dovevano, invece, concentrarsi su investimenti di cooperazione industriale internazionale o su investimenti che rientrassero nell'iniziativa di sviluppo infrastrutturale "Belt and Road" lanciata dal presidente cinese, Xi Jinping, nel 2013. Le indiscrezioni di allora, hanno trovato un riscontro tra i nomi indicati oggi, anche se, ammette la rivista di punta del settore automobilistico, non è chiaro quale gruppo cinese stia cercando di acquistare Fca.
Ecco i 4 gruppi interessati a comprare FCA
Anche i media cinesi, a cominciare da 'Sina', riportano le indiscrezioni. Tra i possibili acquirenti, Great Wall Motors, Dongfeng, Geely e Guangzhou Automobile (Gac): quest'ultima è in joint-venture con Fca in Cina, e a maggio scorso si era detta all'Agi non a conoscenza di un possibile interesse su Fca da parte di gruppi cinesi. L'interesse su Fca escluderebbe Maserati, Alfa Romeo e Ferrari, e l'acquisto servirebbe a massimizzare i profitti di Exor, la holding controllata dalla famiglia Agnelli.
Great Wall Motors
E' il maggiore produttore di Suv in Cina, è reduce da deludenti dati del primo semestre 2017, che ha segnato un calo degli utili del 49,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, a 2,5 miliardi di yuan (369,6 milioni di dollari) dovuto soprattutto agli alti costi e alla deflazione, come previsto anche da Morgan Stanley. Il 23 luglio scorso, dopo la diffusione dei dati di bilancio, le azioni di Great Wall Motors erano scese ai minimi degli ultimi quattro mesi. Il rilancio e' affidato ai nuovi modelli, destinati soprattutto ai mercati stranieri. Solo pochi giorni dopo l'uscita dei dati, il gruppo aveva presentato a Darwin, in Australia, la Haval H9, il nuovo Suv che sarà commercializzato sul mercato australiano a partire dal 2019 o dal 2020, e che punta a rivaleggiare con la Toyota HiLux e con la Ford Ranger.
Dongfeng
Fondata nel 1969, con sede a Wuhan, nella Cina interna, è una della grandi imprese statali cinesi nel settore automobilistico. Dongfeng è in partnership, in Cina, con Renault, ha una partecipazione in Peugeot-Citroen, e ha una divisione che si occupa dello sviluppo di auto elettriche, settore su cui il governo cinese punta molto. Dal 2005, Dongfeng è quotata a Hong Kong e da allora si è espansa fino a superare per la prima volta nel 2011 la soglia di un milione di veicoli venduti. A novembre scorso, aveva lanciato il nuovo Suv Koleos destinato principalmente al mercato cinese, ma destinato ad altri ottanta mercati, realizzato in partnership con Renault.
Guangzhou Automobile
Nata nel 1997, è uno dei più importanti gruppi automobilistici cinesi. Gac è nella lista dei cinquecento maggiori gruppi della Fortune Global 500 dal 2013 e quest'anno si è classificata al 238esimo posto, scalando 65 posizioni in classifica. Proprio nel 2013, con due anni di ritardo rispetto a Dongfeng, si è unita ai marchi automobilistici cinesi, del "Million Club", ovvero l'elenco di gruppi automobilistici che hanno sfondato quota un milione di vetture vendute in un anno. Oltre alla partnership con Fiat Chrysler, Gac ha due joint venture con Toyota e Honda. Il gruppo ha investimenti anche nei settori della logistica, della finanza e del ramo assicurativo.
Geely
Che nel 2010 aveva acquisto per 1,8 miliardi di dollari la svedese Volvo, sembra essere, oggi, il più solido dei gruppi interessati. Secondo 'Forbes', in un articolo di aprile scorso, Geely potrebbe essere l'apripista per i gruppi automobilistici cinesi alla conquista dei mercati stranieri. La rivista citava il capo del marketing del gruppo, Alain Visser. "Credo che saremo i primi, ma sarei davvero sorpreso se fossimo gli unici". L'accordo con Volvo, proseguiva 'Forbes', fu di beneficio a entrambi i gruppi e dissipò i dubbi di chi ipotizzava uno smantellamento della Volvo.
Il presente vede in prima linea l'interesse per lo sviluppo di auto elettriche da parte del gruppo che ha sede nella provincia orientale cinese dello Zhejiang. Il marchio Volvo, assieme a Geely Auto e al marchio di auto elettriche del gruppo cinese, Lynk & Co., ha annunciato il mese scorso una partnership per la condivisione di know-how e per lo sviluppo tecnologie per le auto elettriche che punta a ridurre i costi di sviluppo di veicoli elettrici. Una mossa annunciata a breve distanza dagli ultimi dati del primo semestre 2017, che davano profitti in crescita per Volvo, anche grazie all'aumento delle vendite in Europa e in Cina.