Cinque nuovi modelli nel 2019, di cui il primo, la F8 Tributo; l'arrivo dell'ibrido a maggio; la possibile crescita dei volumi anche vicino a 'quota 10.000'; e per il futuro non è neanche esclusa la produzione di un modello a quattro porte.
E' una Ferrari a tutto campo quella che si presenta al Salone di Ginevra, con l'amministratore delegato Louis Camilleri che riassume in poche parole l'esperienza dei suoi primi 7 mesi alla testa del Cavallino: "Ho visto cose molto positive, sono stato sorpreso dall'etica del lavoro, una cosa che non ho visto da nessun'altra parte, viene dalla simbiosi con una marca che è un gioiello, insieme lavoriamo bene".
Com'è la F8
Svelate le forme della F8 Tributo, l'auto che sostituisce la 488 GTB e che presenta il motore V8 più potente di sempre - le prime consegne a ottobre, prezzo di 236 mila euro - è già tempo di pensare ai prossimi mesi: "A fine maggio - e' l'annuncio - lanceremo il nuovo modello ibrido, l'anno prossimo inizieranno le vendite. Non voglio dire troppo, è una bellissima macchina".
Nel 2019 saranno in tutto cinque i nuovi modelli Ferrari: "Ogni vettura - spiega il direttore commerciale Enrico Galliera - è disegnata per avere un posizionamento di gamma diverso e un cliente diverso. L'obiettivo è quello di ridisegnare la gamma del portafoglio prodotto, non c'è un copia incolla delle auto passate".
Quando arriverà il Suv
Più in là nel tempo, ricorda Camilleri, nel 2022, sarà la volta del 'Purosangue', il Suv del Cavallino. E quanto al futuro, non si esclude piu' nulla, non ci sono tabù. "In passato si era detto 'mai una Ferrari a 4 porte, ora non vale più, non è nella filosofia di Ferrari dire mai a qualche cosa, è tutto sempre in sviluppo".
Anche per le vendite, ora intorno alle 9250 unità, sembra non esserci più un tetto definito, si potrà anche toccare la soglia delle 10.000 unità: "Noi privilegiamo le vendite in valore piuttosto che in volume - puntualizza Camilleri, certo andando in territori vergini come la Cina nel tempo ci saranno più volumi".
Nessuna paura infine per la questione dazi: "Non siamo immuni - riconosce - ma siamo resilienti. Nell'ultima grande recessione Ferrari ha sofferto poco ed è tornata dopo 12 mesi allo stesso livello".