L'economia americana "sta andando bene" nonostante i "rischi" e "le sfide a lungo termine", il ruolo della Fed è quello di "continuare a garantire che questo prosegua il più a lungo possibile". A poche ore dalla pubblicazione dei dati del Dipartimento del lavoro che indicano una disoccupazione in calo al 3,5% nel mese di settembre, il livello più basso dal dicembre del 1969, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha posto l'accento sul ruolo della Banca Centrale Usa.
"Wow America!", aveva twittato il presidente americano, Donald Trump, commendando i dati sul lavoro che segnano 136 mila occupati in più. Un risultato che se da un lato è un po' al di sotto delle aspettative, sembra comunque dissipare i timori di una fase recessiva. Anche perché sono stati rivisti al rialzo i dati di luglio e di agosto.
Powell non ha detto nulla su una possibile nuova sforbiciata dei tassi di interesse dopo che a metà settembre li ha già portati in una forchetta tra l'1,75% e il 2% con una riduzione di un quarto di punto. Il presidente, con cui i rapporti sono tutt'altro che sereni, ha chiesto a gran voce un nuovo ribasso. Il numero uno della Fed, durante il discorso di apertura dell'evento 'Fed Listens: Prospettive di massima occupazione e stabilità dei prezzi', si è limitato a ricordare le "sfide a lungo termine" che l'economia americana deve affrontare, come quelle di altri importanti Paesi industrializzati: "Bassa crescita, bassa inflazione e bassi tassi di interesse".
Secondo il banchiere centrale, "che l'inflazione sia bassa va bene, ma quando è troppo bassa - e di conseguenza i tassi di interesse - la Fed e le altre banche centrali hanno meno spazio per abbassare i tassi di interesse per sostenere l'economia in caso di rallentamento", è' stato l'unico accenno durante il suo intervento.
La Fed, che tiene una riunione monetaria il 29 e 30 ottobre, sta valutando un nuovo abbattimento del costo del denaro oppure optare per lo status quo. I tassi sono stati ridotto di un quarto di punto percentuale nei mesi di luglio e settembre (quando, con una riduzione di un quarto di punto, erano stati portati tra l'1,75% e il 2%).