Fca potrebbe modificare il proprio piano industriale per l'Italia se la manovra dovesse confermare la cosiddetta ecotassa sulle auto. È quanto scrive in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Antonino Boeti, il chief operating officer di Fca per l'area Emea, Pietro Gorlier. "È un fatto certo che il sistema di bonus-malus, qualora attuato secondo l'impianto approvato in prima lettura dalla Camera, inciderà significativamente sulla dinamica del mercato, in una fase di transizione del settore estremamente delicata, modificando le assunzioni alla base del nostro piano industriale".
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La lettera di Gorlier
Pertanto, sottolinea Gorlier nella sua missiva, "se tale intervento fosse confermato fin dal 2019, si renderà necessario un esame approfondito dell'impatto della manovra e un relativo aggiornamento del piano".
Nella lettera indirizzata ad Antonino Boeti, il manager di Fca si dice dunque "costretto" a "declinare la nostra partecipazione al Consiglio, in quanto non saremmo in grado, né di confermare il piano industriale nella sua integrità, né di proporre scenari alternativi, dovendo ancora quantificare con precisione" l'impatto derivante dall'eventuale introduzione dell'ecotassa. Di sicuro, Fca "ha partecipato ieri al tavolo sul settore convocato al Mise dove, insieme alla maggior parte degli operatori del settore, ha evidenziato il significativo impatto sul mercato delle misure proposte; al momento non abbiamo ancora visibilità su quale sarà lo scenario normativo nei prossimi anni".
Il piano di Fca presentato recentemente ai sindacati dal gruppo, prevede investimenti per l'Italia pari a 5 miliardi di euro nel triennio 2019-2021.
La replica di Di Maio
La legge per gli incentivi per le autovetture meno inquinanti non è un ecotassa, non è una norma per vendere più auto, non è una legge per favorire o penalizzare nessuno: si tratta di un provvedimento per migliorare la qualità della vita degli italiani. E quanto ha detto il ministro per lo sviluppo economico, Luigi di Maio, incontrando i giornalisti al termine del vertice con i sindacati sull'Alitalia. "Ieri - ha ricordato Di Maio - ho convocato tutti per avviare un dialogo che non si è ancora concluso e sono convinto che si potrà trovare una soluzione. Sono convinto che possiamo fare bene nella lotta all'inquinamento con gli incentivi all'auto elettrica senza danneggiare e senza provocare shock nei piani industriali delle aziende".
"La conferma dell'assenza di Fca dalla riunione dei consigli comunali e regionali aperti consolida le opinioni che abbiamo già espresso. Fca usa in modo pretestuoso la vicenda dell'ecotassa per evitare un confronto pubblico e con le istituzioni". Ad affermarlo, Edi Lazzi, segretario provinciale della Fiom Torino, che aggiunge: "Fca decide di tenere in ostaggio Torino per polemizzare con il governo e ha un atteggiamento di poco rispetto nei confronti delle istituzioni locali e dei lavoratori". Secondo la Fiom "servono per Torino maggiori investimenti e più modelli poiché la sola 500 elettrica non sarà sufficiente a garantire la piena occupazione. Si sta sprecando un'opportunità di confronto che poteva essere utile a trovare le migliori soluzioni".
Si continui il confronto, chiede Appendino
"Il forfait di Fca all'incontro di domani in Regione è un segnale negativo", dice la sindaca di Torino Chiara Appendino. "Se il piano di investimenti presentato ai sindacati è solido - ha aggiunto - Fca continui il confronto con il Governo e, una volta chiarite perplessità, si riprogrammi un appuntamento con le istituzioni del territorio al più presto".
"Al di là delle polemiche e dei ricatti rispetto alla discussione con il Governo, una chiara scusa per non presentare un piano industriale di cui Fca conosce la intrinseca debolezza, la scelta del forfait al Consiglio Aperto è uno sgarbo a un territorio che a parole dovrebbe essere centrale nei progetti di Fca, ma che in concreto è sempre più marginale". Durissima la capogruppo del Movimento 5 Stelle al Comune di Torino, Valentina Sganga: "È uno schiaffo nei confronti dei sindacati che, con sfumature e toni diversi - aggiunge - hanno sempre spinto per la tutela del lavoro e dei lavoratori torinesi. È uno schiaffo duplice nei confronti di una politica che ha sempre preso per buone le promesse dell'azienda e che forse ora, da questo schiaffo, dovrebbe essere svegliata da un sogno che rischia di trasformarsi in un incubo".