Il malato dell'economia globale si è ritrovato in qualche anno a trainarla. L'Europa secondo l'ulitmo outlook del Fondo monetario internazionale (Fmi) "è decollata", portando il vecchio continente a diventare "un motore del commercio globale".
La crescita del Pil nel 2017 è stata del 2,4% con un miglioramento dello 0,5 rispetto alle previsioni di aprile, portando l'Europa da una posizione di debolezza che sembrava difficile da rimediare di qualche anno fa (la crisi greca, il salvataggio delle banche, gli stimoli all'economia della Banca centrale europea) ad una posizione di leadeship globale, nonostante "permangano rischi".
I pareri del Fmi negli ultiimi 5 anni
Perché colpisce leggerlo? Anno 2011, comincia la recessione europea e italiana: "Fmi: l'Italia è in recessione, Pil -0,5%. L'escalation della crisi del debito mette a rischio i paesi europei" (novembre, La Repubblica). Anno 2012. "L'Fmi stima a ribasso la crescita globale, recessione in Italia al 2,3%. Europa -0,4%" (novembre, La Repubblica). Anno 2013, "L'Europa non cresce" (novembre, Corriere della sera). Anno 2014: "L'area Euro rallenta a causa della frenata di Germania, Francia e Italia" (novembre, L'avvenire). Dietro la crisi del debito, quella delle banche, la Grecia, la recessione Italiana (tra tutti il noto titolo dell'Economist, Italia malata d'Europa, diventato un mantra nei mesi successivi, luglio 2016).
"Una crescita generalizzata e onnipresente"
Ora il vento sembra cambiato. E forse cambierà anche il trend. Almeno stando a quanto dicono gli economisti di Washington che parlano di crescita "generalizzata e onnipresente". Cosa fa crescere l'Europa? "In primo luogo dalla domanda interna, compresa una ripresa degli investimenti che sta contagiando il resto del mondo tramite il commercio". Nel documento, il contributo europeo alla crescita dell'import globale di merci nel 2016-2017 viene definito "simile" a quello combinato di Cina e Usa.
"I rischi appaiono più bilanciati nel breve termine ma restano ancorati al ribasso nel medio termine", avverte l'istituzione guidata da Christine Lagarde. "In Europa la ripresa potrebbe essere più forte del previsto nell'immediato, ma la sostenibilità del rimbalzo è in dubbio nel lungo periodo trend demografici avversi e produttività sotto il potenziale probabilmente freneranno la crescita".
"Eurolandia mai economicamente così unita". Uk rallenta
Insomma, nella zona euro la crescita non risultava così uniforma tra i diversi Paesi da circa 20 anni, osserva l'Fmi che nel report ha alzato le stime di Eurolandia al 2,1% e all'1,9% nel 2017 e nel 2018. "Nel Regno Unito la crescita è rallentata quando le famiglie hanno sentito la stretta dell'indebolimento della sterlina", segnala il Fondo che lo scorso ottobre ha rivisto al ribasso dello 0,4% all'1,5% le aspettative sul Pil britannico.