Prove di alleanza duratura tra Opec e Russia. Mosca, maggior produttore mondiale di petrolio, sostiene l'idea di stabilizzare l'alleanza con l'Opec per rafforzare e controllare meglio il mercato. "Abbiamo creato basi solide per una cooperazione futura tra paesi Opec e non Opec che va al di là della dichiarazione di cooperazione", ha detto il ministro dell'Energia russo Alexander Novak. Anche l'Arabia Saudita vede molto bene un'intesa che preveda una cooperazione di lungo termine.
Opec e non Opec hanno raggiunto un accordo alla fine del 2016 per tagliare la produzione di 1,8 milioni di barili al giorno e ridurre l'eccesso di offerta a livello globale. L'intesa che durerà fino alla fine del 2018 ha contribuito ad alzare i prezzi del greggio sopra i 70 dollari dai 29 del gennaio 2016. "Stiamo lavorando per passare da un accordo annuale a uno che duri 10-20 anni", ha detto alla fine di marzo il principe saudita, Mohammed bin Salman, "abbiamo già un'intesa di massima ma non ancora sui dettagli".
In ogni caso, il rialzo ha anche motivazioni geopolitiche come la minaccia americana di nuove sanzioni all'Iran e problemi di produzione in Venezuela, Nigeria e Libia. Ma i prezzi alti hanno avvantaggiato anche i produttori americani che hanno continuato a produrre toccando il record di 10,5 milioni di barili al giorno la scorsa settimana, secondo quanto riferito dall'Eia. Gli Stati Uniti hanno superato l'Arabia Saudita come secondo maggiore produttore di greggio, pompando poco meno di 10 milioni di barili al giorno mentre a Gedda si vagheggiano nuovi tagli.