AGI - Dall'idrogeno possono arrivare molte soluzioni per decarbonizzare settori industriali come raffinazione, chimica, cementifici e cartiere ma questa fonte di energia potrà avere un ruolo anche nella mobilità, in particolare quella pesante. Lo ha detto l'ad di Eni, Claudio Descalzi, partecipando all'evento 'La strategia sull'idrogeno e la transizione energetica' organizzato da Il Sole 24 Ore.
"Si parla di idrogeno da circa 30 anni", negli ultimi anni "ci sono stati dei miglioramenti tecnologici" ma su questo fronte c'è "soprattutto la necessità di un mix energetico che ha bisogno di diversi vettori energetici e anche di diverse risorse primarie", ha spiegato il manager.
"Siamo in un mondo in cui ancora nella parte elettrica" la fonte principale è il carbone da cui provengono "circa il 72% delle emissioni. Si tratta quindi di un mondo energetico molto variegato. Abbiamo il gas e poi abbiamo la parte rinnovabile che sta salendo soprattutto in Europa ma con cui non riusciamo a coprire tutto perché i bisogni energetici stanno crescendo sempre di più soprattutto nei paesi in via di sviluppo". Alla luce di tutto questo, ha osservato Descalzi, "abbiamo bisogno di altri vettori energetici e l'idrogeno è un vettore energetico che può dare grosse soluzioni in campo industriale ma anche nella mobilità, in particolare quella pesante e che insieme all'elettrico può contribuire alla decarbonizzazione".
Mobilità a idrogeno per mezzi pesanti
"Noi ci siamo attrezzati e incominceremo da vere stazioni di servizio multifunzionali con elettrico, biogas e idrogeno, in maniera più limitata perché gli investimenti si fanno in funzione della domanda e a questo punto non ci sono molti trasporti a idrogeno. In futuro come è accaduto per l'elettrico ci sarà una crescita partendo dalla parte più pesante", ha aggiunto l'ad di Eni.
L'idrogeno, ha spiegato, per la "mobilità più leggera è meno efficiente ma il pieno di idrogeno della macchina si fa in qualche minuto, c'è una certa facilità di caricamento". La prospettiva è comunque quella rappresentata dalla mobilità pesante: "Si può andare sulla parte camion ma anche sulla parte navale e dove si usa il gasolio per i treni, l'idrogeno potrebbe, in modo limitato, far muovere i treni".
Nessuna contrapposizione tra idrogeno verde e blu
"Nell'industria dove c'è bisogno di energia e si vuole decarbonizzare ogni volta che si cerca una contrapposizione si rallenta il sistema. Il sistema energetico non è un sistema ideologico ma è un sistema tecnologico. Dobbiamo essere neutri e lavorare in funzione dei costi del mix e soprattutto individuare gli scopi e gli obiettivi", ha evidenziato Descalzi.
"Il nostro obiettivo è togliere la CO2 catturandola e quindi parliamo di un idrogeno decarbonizzato per far funzionare le nostre raffinerie che non possiamo chiudere. Se non lo facciamo la CO2 continuerà ad essere emessa. Si tratta di una soluzione per decarbonizzare le raffinerie, gli impianti chimici, power plant", ha spiegato Descalzi. "Guardando al 2050 vediamo che ci sarà una quadruplicazione della produzione di idrogeno. Il 43% sarà idrogeno blu e il 48% sarà verde. Quindi c'è un piano ben definito a livello Europeo e mondiale", ha aggiunto.
Cattura CO2 importante per decarbonizzazione
Il processo di decarbonizzazione vede nella cattura e stoccaggio della CO2 un tassello importante. Si tratta, ha aggiunto Descalzi, di un processo "molto consolidato in Europa e negli Stati Uniti. Noi iniettiamo CO2 con Equinor da almeno 8-9 anni nei campi che condividiamo. Siamo stati selezionati dalla Gran Bretagna per i campi esausti nella baia di Liverpool per decarbonizzare la loro industria pesante. Un processo che parte anche in Olanda".
Lo stoccaggio della CO2 "è un processo che, in giro per il mondo, viene incentivato perche è il metodo piu efficiente per decarbonizzare sistemi energivori importanti come raffinazione, chimica, cementifici, vetro, cartiere, ammoniaca. Tutte cose di cui abbiamo bisogno ma che devono essere decarbonizzate", ha concluso l'ad di Eni.