Il ministro dell'Energia russo si dichiara favorevole a continuare la cooperazione con l'Opec dopo l'intesa per mettere un freno alla produzione e far salire i prezzi. Allo stesso tempo Alexander Novak ritiene prematuro parlare di una ulteriore estensione dell'intesa di dicembre 2016 tra 24 paesi - compresa la stessa Russia e i Paesi Opec - che scadra' il 31 marzo del 2018. "Dobbiamo continuare sulla strada intrapresa", ha affermato Novak nel corso di un meeting nel quartier generale dell'Opec a Vienna. Novak ha spiegato che i produttori potrebbero "elaborare un strategia" per aprile 2018 e che la proroga dell'intesa rappresenta "un'opzione".
Oggi, ha spiegato, è prematuro prendre una decisione. "Credo che gennaio sia la data giusta per fare il punto della situazione e che, in modo credibile, si possa capire lo stato in cui si trova il mercato e come la situazione si stia evolvendo", ha osservato nel corso di una conferenza stampa. "Non credo sia giusto prendere una decisione sette mesi prima che l'accordo finisca", ha puntualizzato Novak. Prima dell'intesa tra i paesi Opec e non Opec il prezzo del petrolio, a causa dell'offerta, era passato dai 100 dollari al barile nel 2014 a quotazioni inferiori ai 30 dollari nel 2016, livello minimo da 13 anni.
Il prezzo ha molto oscillato negli ultimi sei mesi ma questa settimana è stato scambiato intorno ai 50 dollari a barile, lasciando intendere che l'accordo stesse dando finalmente i suoi frutti. Ieri il Brent, il benchmark internazionale, ha chiuso a 56,43 dollari, livello massimo da febbraio e superiore del 25% rispetto a giugno.