Enipower ha avviato a Brindisi un nuovo impianto a membrane a osmosi inversa per la produzione di acqua demineralizzata. Il nuovo impianto, spiega una nota, sostituisce la vecchia dissalazione termica alimentata con acqua di mare e i preesistenti moduli di demineralizzazione che utilizzavano acqua dolce proveniente da pozzi e dal bacino del Cillarese, riducendo drasticamente il prelievo da queste fonti. In particolare per quanto riguarda l’acqua dolce, ci si attende una riduzione nei prelievi di circa 1 milione m3/anno, pari al 13% dei consumi idrici di una città come Brindisi.
Il progetto, prosegue il comunicato, è stato realizzato nella centrale Enipower di Brindisi, all’interno dello stabilimento petrolchimico. L’acqua demineralizzata prodotta è impiegata sia per la produzione termoelettrica, sia nell’ambito dei processi produttivi delle aziende coinsediate. L’impianto continua ad utilizzare come principale materia prima l’acqua di mare ma, a parità di produzione, consente di ridurne il prelievo di circa 6 milioni m3/anno. Tale riduzione consente di ottenere un ulteriore vantaggio rappresentato dalla diminuzione della quantità di prodotti chimici necessari per il condizionamento dell’acqua di mare.
La tecnologia ora utilizzata è anche meno energivora rispetto a quella che è stata sostituita e porterà alla diminuzione dei consumi di gas naturale di circa 6 milioni m3/anno. Ciò sarà possibile grazie al recupero di vapore a bassa pressione, precedentemente utilizzato dal dissalatore, che consente di ottimizzare la produzione di energia elettrica, riducendo di conseguenza le emissioni di CO2 per 11.500 tonnellate/anno.
Enipower e Syndial, sempre in linea con la strategia di Eni per lo sviluppo dell’economia circolare, il recupero e la valorizzazione delle risorse naturali e la decarbonizzazione, hanno anche presentato un progetto, attualmente in attesa di autorizzazione dal ministero dell’Ambiente, per riciclare l’acqua trattata dall’impianto di trattamento dell’acqua di falda, il Taf. Enipower e Syndial, a seguito di approfondimenti tecnici e prove di laboratorio congiunte, hanno infatti condiviso la possibilità di utilizzare l’acqua scaricata dall’impianto Taf per la produzione di acqua demineralizzata, andando così a coprire circa il 50% del fabbisogno totale del flusso di alimentazione al nuovo impianto, riducendo ulteriormente il prelievo di acqua di mare.
L’impianto Taf di Syndial tratta l’acqua emunta dai pozzi per la messa in sicurezza e la bonifica della falda profonda del petrolchimico di Brindisi. Attualmente il progetto di bonifica prevede che tale acqua, una volta trattata, venga scaricata direttamente a mare (circa 1,5 milioni m3/anno).
In Italia Syndial gestisce 30 sistemi di trattamento delle acque per una capacità complessiva pari a 22 milioni m3/anno. Con questa iniziativa a Brindisi Syndial incrementa di un ulteriore 5% il volume delle acque di falda bonificate e recuperate al fine di un riutilizzo produttivo, arrivando complessivamente a oltre 6 milioni di m3 di acqua riutilizzata all’anno.