Eni dal 2012 ha investito 5 miliardi di euro in ricerca, rinnovabili ed efficienza e questo ci ha permesso di trasformare la nostra società. Lo ha detto l'amministratore delegato del gruppo, Claudio Descalzi, intervenendo alla cerimonia degli Eni Awards al Quirinale. La ricerca, ha aggiunto, "avrà un ruolo fondamentale per ridurre le emissioni e far fronte anche all'aumento della popolazione di 2 miliardi prevalentemente in Africa e Asia, nei prossimi anni, con un incremento della richiesta di energia del 30%".
La cerimonia di premiazione degli Eni Awards si è svolta al Palazzo del Quirinale alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Giunto quest’anno alla sua undicesima edizione, il premio conosciuto anche come il 'Nobel dell’Energia', è considerato un punto di riferimento a livello internazionale per la ricerca nei campi dell'energia e dell'ambiente e testimonia l'importanza che la ricerca scientifica e l’innovazione hanno per Eni.
Ha aggiunto Descalzi: "Dobbiamo misurarci con un limite alle emissioni, pari a 2.900 miliardi di tonnellate, il cosiddetto carbon budget, da non eccedere per evitare un innalzamento della temperatura terrestre oltre ai 2 gradi centigradi, ed effetti ambientali irreversibili. A oggi abbiamo già esaurito circa il 70% del budget. In questo contesto il settore energetico svolge un ruolo chiave, essendo responsabile di circa il 60% delle emissioni globali e avendo a disposizione strumenti e tecnologie per intervenire in maniera tangibile".
Un tema strettamente interconnesso alle emissioni, ha evidenziato Descalzi, "è inoltre quello dell’accumulo dei rifiuti non trattati: un’errata gestione dei rifiuti ha infatti impatti rilevanti sia in termini di inquinamento atmosferico, sia in termini di gestione del territorio. Per affrontare questo scenario in Eni ci stiamo spingendo oltre nel nostro percorso di decarbonizzazione, investendo nello sviluppo di tecnologie che consentano di minimizzare l’impronta carbonica delle nostre attività, massimizzare l’efficienza energetica e, in un’ottica di economia circolare, ci permettano di valorizzare i materiali di scarto in energia o prodotti nuovi e rigenerare asset a fine vita".
Marcegaglia: investimenti in ricerca driver della crescita
"È necessario continuare ad investire in ricerca e sviluppo in uno scenario ancora favorevole che presenta alcune criticità e incertezze", ha affermato la presidente di Eni, Emma Marcegaglia intervenendo alla cerimonia di premiazione. "In uno scenario complesso bisogna capire quali sono i driver di crescita: rimettere al centro gli investimenti e mantenere centrale la ricerca e lo sviluppo", ha osservato. "Eni continua a guardare al futuro e lo fa essendo protagonista della transizione energetica. Tutto ciò è possibile con forti investimenti in Ricerca e Sviluppo e le partnership con le università e i centri di ricerca".
"Le incertezze - ha evidenziato Marcegaglia - sono rappresentate dalle politiche protezionistiche che stanno rallentando il commercio internazionale, la crescita corale dei paesi emergenti che si sta interrompendo con un impatto significativo sui paesi come Turchia e Argentina con rischio contagio, le politiche espansive monetarie che vanno verso l'esaurimento. Ci sono poi varie situazioni di tensioni geopolitiche con riflessi sui mercati finanziari. L'Europa vive divisioni e sta affrontando il tema della Brexit e l'Italia subisce le conseguenze di questo scenario e vive le tensioni sui mercati, la crescita del Pil si è ridotta e si riduce anche l'export".
Tuttavia, ha aggiunto la presidente Eni, "le imprese italiane possono recuperare competitività grazie alla capacità di innovazione e alla specializzazione in settori con grandi potenzialità di crescita come quelli dell’energia e dell’ambiente, cogliendo tutto lo spettro di opportunità che questo particolare contesto internazionale ci offre". Da questo punto di vista, ha concluso, "Eni, attraverso l’Eni Award, può rappresentare il simbolo di un processo virtuoso che valorizza innovazione e progresso scientifico come motore di crescita sostenibile nel lungo termine, e lo fa guardando oltre i confini del nostro paese e aprendo le porte al nuovo".
Chi sono i vincitori 2018
Il premio Transizione energetica è stato assegnato a Omar M. Yaghi della University of California – Berkeley, per la ricerca su nuove classi di materiali, con un ampio spettro di applicazioni che vanno dallo stoccaggio di metano per autotrazione a bassi livelli emissivi, alla cattura e immagazzinamento di CO2 fino alla cattura di acqua da umidità atmosferica in zone desertiche utilizzando la luce solare come unica fonte energetica.
Il premio frontiere dell’energia è stato assegnato a Zhong Lin Wang del Georgia Institute of Technology per la messa a punto di nanogeneratori elettrici capaci di raccogliere energia a partire da movimenti oppure da vibrazioni provocate dalle attività quotidiane e dall’ambiente in cui viviamo, per alimentazione di dispositivi elettronici individuali come anche per la produzione di energie rinnovabili su larga scala dalle onde oceaniche.
Il premio Soluzioni Ambientali Avanzate a Sang Yup Lee del Korea Advanced Institute of Science and Technology (KAIST), per avere aperto nuove strade nella produzione di ceppi microbici e bioprocessi finalizzati alla produzione di prodotti chimici, carburanti e materiali a basso impatto ambientale.
Due sono poi le categorie di Premi riservati ai giovani ricercatori emergenti africani e italiani.
Il premio Young Talents from Africa riconosce i migliori lavori di studenti africani offrendo loro la possibilità di svolgere gli studi di dottorato in primarie università italiane. Hanno ottenuto il riconoscimento la giovane Emerance Jessica Claire D’Assise Goma-Tchimbakala della Université Marien Ngouabi per lo studio sui batteri presenti in diversi tipi di suolo inquinati da idrocarburi in Congo e sulla loro capacità di degradare gli inquinanti e a Elvis Tinashe Ganda della Durban University of Technology per i suoi studi sulla produzione di combustibili e prodotti derivati da materiali rinnovabili, con l’obiettivo di migliorare il ciclo di gestione dei rifiuti. I due premiati africani 2017, Blessing Onyeche Ugwoke (Nigeria) e Yemane Kelemework Equbamariam (Etiopia) svolgono le loro tesi di dottorato rispettivamente presso il Politecnico di Torino e l’ Università Federico II di Napoli.
Il premio Giovane ricercatori dell’anno si rivolge a giovani dottorati provenienti da università italiane per le loro tesi. Sono stati premiati Gianluca Longoni, Università degli Studi di Milano-Bicocca, per gli studi sullo sviluppo di materiali a basso impatto ambientale per batterie innovative, che potrebbero sostituire in futuro quelle al Litio. Con Longoni, è stato premiato Michele De Bastiani dell’Istituto Italiano di Tecnologia dell’Università degli Studi di Padova, per la ricerca sull’ aumento della stabilità di celle solari di terza generazione, verso una nuova classe di sistemi fotovoltaici.
Dalla sua istituzione nel 2007 le candidature sono state più di 9 mila e oltre 27 premi Nobel hanno fatto parte della Commissione Scientifica e valutato le ricerche presentate. L’edizione di quest’anno ha registrato un numero di candidature superiore a 700. Eni Award si conferma un premio alle frontiere dell’innovazione, come testimonia anche il premio Nobel per la chimica che è stato assegnato alla professoressa Francis H. Arnold, del Caltech, premiata Eni Award nel 2013.