L'economia circolare ha una natura "sistemica" che coinvolge tutte la filiera della produzione "dalla progettazione all'end of use, fino alla dismissione" di un oggetto. E' un modello che per essere veramente efficace deve comportare la "ridefinizione di tutte le fasi della produzione" ed è anche "multiattore", dove ogni parte ha esigenze diverse. Da una parte le ragioni della salvaguardia ambientale e dell'impresa, dall'altra quelle dei cittadini, dall'altra ancora gli organi pubblici, i decisori. Dalla necessità di rendere coerenti azioni diverse per contribuire in modo più efficace alla creazione di un nuovo modello, è partita l'analisi del direttore generale della Fondazione Cotec, Claudio Roveda, intervenuto questa mattina al Cnel al convegno 'Economia Circolare: esperienze, policies, strumenti'.
Per Roveda, un "ruolo importante nell'integrazione dei diversi contributi" può essere svolto "dai soggetti aggregativi come distretti tecnologici e Camere di Commercio". Le riflessioni di Roveda hanno preso spunto da uno "studio preliminare della Fondazione Cotec", attorno al quale si è costituito un "gruppo di lavoro di associazioni, imprese, enti di ricerche, istituzioni. Una pluralità di soggetti a riprova della complessità del tema e degli attori che sono coinvolti".
Il modello della Fondazione Ellen Mac Arthur descrive il dover essere dell’economia circolare, "le cose che vanno realizzate, ma non dice chi deve farlo e come". In questo senso la scienza e le innovazioni tecnologiche soprattutto nel campo delle nano e delle bio sono presupposti per "rendere efficace il modello". Dalla loro convergenza con l'Ict si potranno "avere nuove soluzioni di processi e prodotti che rispettino gli obiettivi dell'economia circolare".
Roveda è entrato anche nel dettaglio della struttura industriale, dell'approccio con i consumatori, del ruolo del legislatore e di quello "fondamentale" della finanza e del sistema bancario "nel facilitare questi processi. La scelta di adottare un modello circolare dipende - ha detto - dalla percezione dei benefici economici che ne derivano". Fino a chiarire che "l'economia circolare comporta un approccio internazionale, il più possibile omogeneo. In questo senso il ruolo della commissione europea di stimolare una Zero waste society è fondamentale per armonizzare le legislazioni dei diversi paesi".