Lo studio di Eurac Research ha individuato uno scenario alternativo (nominato “Advanced 2030”) che, a parità di costi di sistema energetico, riduce le emissioni di CO2 di un ulteriore 10% rispetto allo scenario PNIEC. Gli interventi che permettono questo risultato sono cambiamenti in tutti i settori. Tra i principali, un ulteriore aumento delle rinnovabili elettriche (86 gigawatt di fotovoltaico e 48 gigawatt di eolico) e un massiccio impegno sul fronte dell’efficienza energetica degli edifici (che dovrebbe portare a risanare il 30% degli edifici).
Questo scenario prevede inoltre una forte spinta della mobilità elettrica (stimata al 20% del totale dei veicoli), portando lo stoccaggio energetico presente nelle vetture a valori importanti e riducendo la necessità di stoccaggi fissi. “Si tratta di obiettivi molto ambiziosi, ma il nostro studio mostra che fare meglio in termini di emissioni inquinanti è soprattutto una grande opportunità economica, al momento ancora poco sfruttata” afferma Wolfram Sparber, direttore dell’Istituto per energie rinnovabili di Eurac Research.
Lo scenario individuato dai ricercatori riduce infatti i costi legati all’importazione di combustibili fossili di oltre 7,3 miliardi all’anno rispetto alla situazione attuale. “Sono risorse che possono essere investite nella produzione di energia rinnovabile in loco, nell’efficientamento energetico degli edifici e in un sistema energetico più flessibile e digitale, creando posti di lavoro e sostenendo l’economia locale” conclude Sparber.