In Emilia Romagna si trova la maggiore concentrazione al mondo di industrie per la produzione di macchine per il confezionamento e l'imballaggio, un settore in cui l'Italia è leader mondiale insieme alla Germania.
È quanto emerge da un rapporto dell'Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il Confezionamento e l'Imballaggio (Ucima). Appaiono quindi evidenti le ragioni che hanno portato il presidente della regione, Stefano Bonaccini, a chiedere al governo di rivedere la 'plastic tax', lanciando un avvertimento sul "prezzo alto" che l'Emilia Romagna rischia di pagare con un simile provvedimento.
Un prezzo che non è solo economico e rischia di tradursi in consensi elettorali per i partiti della maggioranza in vista delle elezioni amministrative di gennaio, che vedono la Lega lanciata all'assalto di quella che è la "regione rossa" per eccellenza.
"Con un fatturato superiore ai 7,85 miliardi di euro, in crescita del 9,4% sull'anno precedente, il settore dei costruttori italiani di macchine automatiche per il confezionamento e l'imballaggio resta uno dei comparti industriali italiani più vitali", spiega l'Ucima presentando il rapporto sui dati del comparto aggiornati al 2018. Comparto che "è inoltre uno dei settori italiani con la più alta propensione all'export (prossimo a 80%), costituito da circa 200-250 aziende di dimensioni industriali, cui si aggiungono circa 350 unità produttive con caratteristiche artigianali".
"Un settore leader mondiale che si contende il primato internazionale con i costruttori tedeschi", prosegue l'Ucima, "oltre il 50% delle macchine automatiche per il confezionamento e l'imballaggio vendute nel mondo sono italiane e tedesche".
La leadership acquisita negli anni dai costruttori italiani, spiega l'associazione, "si basa su quattro capisaldi fondamentali: "l'elevato livello tecnologico-qualitativo delle soluzioni proposte; l'estrema personalizzazione e flessibilità produttiva delle macchine; il puntuale servizio di assistenza post-vendita su tutti i mercati mondiali; la forte competitività grazie alla convivenza di grandi gruppi integrati e di piccole e medie imprese altamente specializzate che offrono, nel complesso, un'intera gamma di macchinari per tutte le tipologie di prodotto".
La 'packaging valley' di Bologna
"Le aziende sono dislocate principalmente in Emilia-Romagna (dove si trova la maggiore concentrazione di settore al mondo), Lombardia, Piemonte e Veneto, regioni che assieme rappresentano piu' dell'80% delle aziende del settore", sottolinea ancora l'Ucima, "vera e propria capitale produttiva è Bologna, nella cui provincia si trova la cosiddetta Packaging Valley".
"La maggior parte della produzione delle macchine per il confezionamento e l'imballaggio viene assorbita dal comparto alimentare (circa il 60% del fatturato del settore) e da quello farmaceutico - cosmetico - toileteries, che rappresenta poco meno del 25%", leggiamo ancora nel rapporto, "il restante viene impiegato in settori diversi, tra i quali spiccano quello del tabacco, in cui l'industria italiana delle macchine vanta una grande tradizione, il comparto chimico - petrolchimico e quello del tissue". In particolare il settore delle bevande in bottiglia assorbe da solo il 26,1% della produzione.
Il 38,1% delle esportazioni riguarda gli altri Stati membri della Ue, dove nel 2018 le vendite sono aumentate del 7,6% rispetto all'anno precedente. Si comprende quindi la preoccupazione del comparto per una tassa che, sul mercato comune, potrebbe offrire un vantaggio competitivo alla concorrenza tedesca. Il mercato in maggiore espansione è però quello nordamericano, con un incremento dell'export del 25,1%, Seguono Africa e Oceania (+12%), Centro e Sud America (+3,7%) e Europa extra-Ue (+0,6%), mentre si registra una flessione dell'8% sul mercato asiatico.