Eidoo è una startup svizzera fondata da italiani. È un'app che promette di facilitare la gestione delle criptovalute, come bitcoin ed ethereum, e ha raccolto 21 milioni di dollari in meno di due settimane. Nel panorama del digitale italiano (allargato agli italiani all'estero) è una cifra notevole. Equivale più o meno a quella incassata da Satispay nel suo recente aumento di capitale, che rappresenta (di gran lunga) la più ricca operazione del 2017. Eidoo, però, non ha raccolto le risorse da venture capital e business angel. Lo ha fatto con un'Ico: la società ha messo in vendita dei gettoni digitali (i token) che, in futuro, daranno accesso ai servizi dell'app. In cambio ha ricevuto Ethereum (la criptovaluta più diffusa dopo i Bitcoin). In questo modo ha avuto a disposizione risorse fresche in poco tempo, da investire sullo sviluppo.
Le Ico sono "la più grossa truffa finanziaria di sempre"?
Le Ico sono state additate come una bolla. Jordan Belfort, l'uomo che ha ispirato The Wolf of Wall Street, le ha definite “la più grossa truffa finanziaria di sempre”. Alla raccolta, fulminea e abbondante, non corrispondono infatti adeguate protezione per gli investitori: il gettone digitale acquistato può apprezzarsi (se la startup ha successo) o perdere valore (in caso contrario). Se qualcosa andasse storto, gli investitori non hanno paracadute. Mentre la startup, in una modalità di raccolta senza regole, può incassare subito le criptovalute, convertirle e usarle. Il token di Eidoo, per ora, ha perso valore: al momento della vendita valeva 2,30 dollari. Oggi è a quota 2,13.
Nel frattempo, però, Eidoo ha iniziato a utilizzare quei 21 milioni. Come da programma, ha creato una funzione, la prima nel suo genere, che permette di organizzare e gestire un'Ico direttamente dall'app. Ma il team guidato dal veneto Thomas Bertani si è distinto anche per delle iniziative collaterali. Il 10 ottobre ha acquistato (non con i soldi raccolti, che sarebbero stati sbloccati solo sei giorni dopo) un'intera pagina del Wall Street Journal per promuovere l'app e l'Ico (allora in corso). Per farlo ha scelto di prendere di mira Jamie Dimon, il ceo di Goldman Sachs che, qualche giorno prima, aveva definito i bitcoin “una frode”, assicurando che avrebbe cacciato i suoi dipendenti beccati a scambiare criptomonete. “Forse Jamie potrebbe licenziarti – diceva il messaggio – ma tu sarai libero di fare affari nel crypto-mondo”.
Chiasso vuole diventare Cryptopolis
Ci sono sempre gli italiani trapiantati in Svizzera di Eidoo (e dalla società collegata Digital Identity) dietro il tentativo di trasformare Chiasso in “Cryptopolis”, la città delle monete digitali. Il 7 settembre il comune ticinese ha confermato che, dal 2018, permetterà di pagare una parte delle imposte in bitcoin, con un limite massimo di 250 franchi. Dice di averlo fatto dopo aver incontrato “un gruppo di imprenditori e di esperti sviluppatori” che “hanno scelto Chiasso come base operativa”. Erano Natale Ferrara, Andrea Benetton e Paolo Barrai, fondatore, coo e consulente di Eidoo e tra gli animatori di Cryptopolis, un'associazione nata per promuovere il fintech nel Canton Ticino.