A pochi giorni dalla presentazione della legge di Bilancio e della nota di aggiornamento del Def e dopo l'ennesimo tentativo di prova di forza, questa volta del M5S, nei confronti del ministro dell'Economia Giovanni Tria che dovrà far quadrare i conti della manovra, arrivano le stoccate al governo da parte di Commissione europea e Bce. Le due istituzioni, questa volta, mettono da parte la diplomazia e usano toni duri, se non perentori verso le scelte economiche che si appresta a fare l'esecutivo gialloverde.
"L'Italia è un problema". Salvini: "Si sciacqui la bocca"
"L'Italia è un problema nell'Eurozona", ha detto senza tanti giri di parole il commissario agli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici, chiedendo al governo di Roma un "bilancio credibile" per il prossimo anno, con l'invito a continuare il processo di riforme. Moscovici ha nuovamente esortato il governo Conte a "riformare la sua economia" perché "fermare le riforme e stampare moneta non è ciò che salvera' l'Italia". E ha ricordato che "la riduzione del debito è molto importante per l'Italia", perché "non si può vivere con un debito pubblico del 130%".
Poi l'affermazione che manda su tutte le furie Salvini e Di Maio. Parlando di populismi e facendo un parallelismo tra gli anni '30 e i giorni nostri, Moscovici ha osservato che "quando dico che ho paura è pensando a quegli anni, certo non dobbiamo esagerare, non c'e' Hitler, ma per quanto riguarda dei piccoli Mussolini, questo resta da verificare". Un allusione al ministro dell'Interno, Matteo Salvini, "il piu' nazionalista" dei ministri dell'Interno, "dal momento che il suo Paese ha più di tutti bisogno della solidarietà europea". Immediate le risposte dei due vice premier. Per Di Maio, che parla di atteggiamenti insopportabili", Moscovici dà "giudizi ignobili sull'Italia e la Commissione tra 6-8 mesi andrà a casa". Per Salvini il commissario dovrebbe "sciacquarsi la bocca prima di insultare l'Italia".
Moscovici ha sbagliato anche secondo l'opposizione. "Con quelle parole porta acqua al mulino di Matteo Salvini. Parlare dell'Italia in questo modo, come hanno fatto altri leader europei, non fa altro che aiutare la Lega che sull'esasperazione dei temi fa consensi", commenta Lorenzo Guerini, deputato del Pd e presidente del Copasir.
La Bce aspetta i fatti
Di lì a poco, arriva il secondo colpo. Questa volta dal presidente della Bce, Mario Draghi, insolitamente loquace e diretto nelle risposte in conferenza stampa, molte delle quali sul nostro paese. L'ex governatore di Bankitalia risponde ad alcuni esponenti della maggioranza di governo che avevano manifestato l'idea di un prolungamento del Qe per sostenere l'Italia. "Il nostro mandato non è garantire il deficit dei governi", ha ricordato Draghi ribadendo che "il nostro mandato è la stabilita' dei prezzi e il Qe è uno degli strumenti con cui viene perseguita". Poi il numero uno dell'Eurotower ha commentato le esternazioni, sempre di esponenti della maggioranza, in materia economica degli ultimi mesi spiegando che "finora le parole hanno creato dei danni". Vedi rialzo dello spread e dei tassi a danno di "famiglie e imprese".
Se le parole hanno creato danni, ora la Bce si attende i fatti. "Le parole negli ultimi mesi sono cambiate diverse volte, ora aspettiamo i fatti. La questione principale e' la bozza della legge di bilancio e la discussione che il Parlamento farà su essa. Dobbiamo vedere come avverrà e di conseguenza si regoleranno gli investitori", ha aggiunto. In ogni caso, "confidiamo in quanto detto dal presidente del Consiglio italiano, dal ministro dell'Economia e dal ministro degli Esteri ossia che l'Italia vuole rispettare le regole" finanziarie europee.
Il terzo avviso arriva dal commissario europeo per il bilancio e le risorse umane, Gunther Oettinger: "Non credo che per l'Italia sia una buona idea aumentare il debito ma la responsabilità è vostra. La strategia del bilancio dell'Italia è responsabilità del governo e del Parlamento. Io credo però che sarebbe un errore far salire il deficit oltre il 3% o il debito al 140%". "Sul debito - aggiunge - il criterio su cui ci si è accordati tutti è di non superare il 60%. In Italia siamo al 130%. E a un certo punto gli economisti dicono che questo non è più sopportabile". Da segnalare la infine la presa di posizione del ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, sul bilancio europeo. Proposta, ha spiegato Moavero, "inadeguata perché non risponde a sufficienza alle preoccupazioni e alle attese dei cittadini".