"Siamo anche noi Paese sovrano, i soldi ci sono e si possono spendere. Neppure un taglietto alla sanità". Il vicepremier Luigi Di Maio guarda con interesse alla Francia, nel giorno in cui il presidente Macron annuncia il piano di bilancio per il 2019 e un maxi taglio alle tasse. E nel giorno delle riunioni che si sono susseguite da stamani a Palazzo Chigi in vista del varo della Nota di aggiornamento al Def (giovedì,scadenza ultima per presentarla alle Camere dopo il via libera del Consiglio dei ministri) e della definizione della successiva legge di Bilancio.
Il governo continua a lavorare per raggiungere un accordo sulla soglia su cui collocare il rapporto deficit-Pil per il prossimo anno. Restare all'1,6% del Pil o salire ancora di qualche decimale restando comunque sotto la soglia del 2%? L'interrogativo sul deficit continua a essere al centro delle riunioni. E nel pomeriggio il ragioniere Generale dello Stato, Daniele Franco ha accompagnato a Palazzo Chigi il ministro dell'Economia Giovanni Tria alla riunione sulla Nota d'aggiornamento del Def. Con lui altri tecnici e tutta la squadra che assiste il ministro nella predisposizione della Nadef.
"In Italia come in Francia, anzi possiamo fare anche meglio"
Il Ragioniere Generale - spiegano fonti ministero dell'Economia - ha portato le sue tabelle e tutto il materiale che ogni anno prepara per l'occasione. Da parte sua, Di Maio sembra avere le idee chiare. "In Italia come in Francia", scrive su Twitter ricordando che Parigi "per finanziare la sua manovra economica farà un deficit del 2,8%". Poi, rispondendo su Instagram alle domande dei follower sulla manovra, va anche oltre: "Possiamo fare anche meglio di Macron, meno del 2,8%. Se la Francia fa il 2,8% è perché una serie di dogmi europei sono ormai superati. Il tema per noi non è 'fare più o meno' nel rapporto deficit/Pil ma è il fabbisogno che serve a finanziare misure non più rinviabili".
Insomma, confermerà nel tardo pomeriggio dopo l'incontro nello stabilimento Ilva di Genova Cornigliano, "possiamo andare fin dove ci serve per finanziarie le misure". Le riunioni a Palazzo Chigi di oggi potrebbero non sciogliere il nodo. Nuove riunioni tecniche potrebbero svolgersi anche nei prossimi giorni. Tornando alle risposte in diretta su Instagram, Di Maio assicura: "Garantisco che non ci saranno tagli ai servizi sanitari. Neppure un taglietto. La salute dei cittadini è la cosa più importante". E rilancia: "Dobbiamo allontanare i dirigenti politicizzati, eliminare gli sprechi e fare nuove assunzioni".
Reddito di cittadinanza e aumento delle pensioni minime
Il reddito di cittadinanza? "Sarà un respiro" "anche per i giovani che non hanno mai trovato" un lavoro e "per quelli che pur lavorando guadagnano meno della soglia di povertà", risponde. E continua nel ragionamento: "Sembra assurdo ma questi ultimi, i cosiddetti working poor, purtroppo sono sempre di più".
Inoltre, nella manovra ci sarà l'aumento delle pensioni minime e "con la pensione di cittadinanza le minime saranno a 780 euro". Ovviamente, ribadisce il vicepremier, "elimineremo il privilegio delle pensioni d'oro senza aver versato i contributi". E a Di Maio fa eco Riccardo Fraccaro, ministro per i Rapporti con il Parlamento.
"Il Governo del cambiamento rispetta gli impegni con i cittadini: nella manovra ci saranno reddito di cittadinanza, superamento della Fornero e i soldi per i truffati alle banche - scrive su Twitter - le risorse ci sono, anche ricorrendo al deficit, e le impiegheremo. La sovranità appartiene al popolo".
Intanto il Pd è pronto a presentare una sua controproposta: "Loro vogliono una legge con condoni fiscali, noi un programma che parta con l'aiuto dei più deboli - dichiara il segretario nazionale del Partito democratico, Maurizio Martina, ospite a Radio Popolare - contraddizioni dentro la maggioranza si vedranno sempre di più. Di Maio è disposto a cedere tutto in termini di principi pur di restare dove è. Quel che a me interessa è costruire un'alternativa a quello che stiamo vedendo". Per il deputato di FI Renato Brunetta, "giovedì con la nota di aggiornamento al Def finalmente le impossibili promesse lasceranno spazio ai numeri reali".
Più ottimista il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia: "Come tutti i miei colleghi, seguo con grande attenzione le parole del premier Conte che ha detto 'non state alle dichiarazioni, ma ai fatti'. E noi aspettiamo". Anche se per il Def l'auspicio è "che non si esageri con il ricorso al deficit perché significa più debito pubblico per il Paese.