Quando si pensa all'automazione destinata a portarci via il lavoro, la prima cosa che viene in mente a molti è la catena di montaggio manifatturiera, con sempre più robot e sempre meno umani. Quanti operatori allo sportello furono, però, resi obsoleti dall'invenzione del bancomat? E il mondo della finanza è prossimo a un'altra grande rivoluzione: la sostituzione dei contabili con i computer. John Cryan, il numero uno di Deutsche Bank, due mesi fa aveva dichiarato che "spendono un sacco di tempo a essere un abaco". E che quindi è tempo di sostituirli con le macchine.
Nel piano di ristrutturazione approvato nel 2015, l'istituto teutonico, gigante dai piedi d'argilla a causa della gigantesca esposizione ai derivati, aveva annunciato 9 mila esuberi, 4 mila dei quali già attuati. E ora ne potrebbero arrivare altre decine di migliaia, in modo da compensare il brusco calo del fatturato. O almeno questo è il messaggio che sembra arrivare dall'intervista concessa dal banchiere al Financial Times.
"Gli esseri umani sono troppo inefficienti"
"Impieghiamo 97 mila persone", ha dichiarato Cryan al quotidiano della City, "la maggior parte dei nostri grandi concorrenti hanno circa la metà del personale". E l'automazione promette inoltre di migliorare le performance: "È qua che abbiamo di più da guadagnare. Siamo troppo manuali, il che ci rende soggetti agli errori e inefficienti. C'è un sacco di automatizzazione e di machine learning che possiamo mettere in campo".
I primi a cadere sotto la scure dovrebbero essere i dipendenti della sussidiaria retail Postbank, che Deutsche Bank intendeva inizialmente vendere ma ha poi deciso di tenere e sottoporre a una drastica cura dimagrante, già resa urgente dal crescente ricorso dei correntisti all'online banking. "Ho visitato parecchie filiali e ho dovuto aspettare parecchio perché incontrassi clienti, semplicemente non vengono più con la frequenza di un tempo", ha concluso Cryan.