Il decreto dignità è in dirittura d'arrivo ma continua a perdere pezzi. Si allenta la stretta sui contratti precari con una marcia indietro sull'abolizione dello staff leasing, ovvero la possibilità che aziende assumano persone a tempo indeterminato per poterle poi 'girare' ai propri clienti attraverso contratti di somministrazione. Le norme sulla somministrazione saranno stralciate e demandate al Parlamento, insieme ai voucher, tema caro ai leghisti.
L'atteso provvedimento su fisco e lavoro, che ha già suscitato le proteste del mondo delle imprese, continua a subire ritocchi in vista del varo previsto per la prossima settimana. Dopo aver lasciato per strada le annunciate norme sui rider, il pacchetto lavoro continua a essere limato mentre si valuta la 'sostenibilità' delle norme fiscali. Lunedì mattina il provvedimento sarà all'esame del preconsiglio per poi approdare in Consiglio dei ministri lunedì stesso o martedì mattina. Ma non è escluso che il governo decida di prendersi qualche altro giorno per superare il nodo delle coperture finanziarie che, tuttavia, il vicepremier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, ha bollato come "leggende metropolitane".
"Mancano le coperture? Leggende metropolitane"
"Mi fa piacere - ha detto il ministro intervenendo al Festival del Lavoro - che tutte queste leggende stiano pubblicizzando il decreto dignità, lo abbiamo scritto, è pronto. Sta facendo tutto un iter che io sottovalutavo che non è dovuto alle coperture. Magari fosse per una questione di merito, è solo una questione di quante bollinature deve avere e di quanti soggetti devono dire 'va bene', ma dal punto di vista politico e tecnico è un decreto pronto".
Salta dunque la norma, contenuta nelle bozze circolate, che prevedeva modifiche alla disciplina della somministrazione di lavoro. E torna lo staff leasing. In particolare era risultata molto controversa la disposizione che inserisce i contratti somministrati a tempo determinato nel computo ai fini del raggiungimento del limite del 20% attualmente previsto per contingentare l'assunzione di lavoratori con contratti a termine.
Così come l'incremento del costo contributivo crescente di 0,5 punti per ogni rinnovo a partire dal secondo, misura che si sarebbe applicata anche al contratto a tempo determinato in somministrazione. "Il tema della somministrazione in molti casi si presta a delle disfunzioni però dev'essere oggetto del dibattito parlamentare, non si può intervenire con un decreto - ha annunciato Di Maio - nel decreto dignità oggi non c'è il tema della somministrazione per la stessa ragione per cui demandiamo al Parlamento tutta questa materia, come anche tante altre come i voucher. Ci sono tante questioni che secondo me si possono affrontare facendo prima di tutto un confronto con i diretti interessati e capendo dove ci sono gli abusi e dove invece sono utili".
Il limite dei contratti precari scende da 5 a 4 anni
Sul fronte della stretta al precariato, scende da cinque a quattro il limite dei rinnovi di contratti a termine nell'arco dei 36 mesi e vengono reintrodotte le causali dal primo rinnovo senza prevedere alcun periodo transitorio. Il contratto di lavoro a tempo determinato non potrà superare i 12 mesi in assenza di una causale. Con l'indicazione delle causali, già dal primo contratto sarà possibile apporre un termine fino a 36 mesi, per esigenze temporanee ed oggettive, estranee all'ordinaria attività del datore di lavoro, nonchè sostitutive. Oppure connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili d'attività.
Confermato il contrasto al gioco d'azzardo
Quanto al contrasto alla ludopatia, Di Maio ha assicurato che non ci sarà "un passo indietro" sul divieto alla pubblicità del gioco d'azzardo. Nonostante le polemiche e i costi che la norma potrebbe comportare per le casse dello Stato, dovrebbe essere confermato lo stop a ogni forma di pubblicità, anche indiretta, di giochi o scommesse con vincite di denaro. Dal 2019 il divieto riguarderà anche le sponsorizzazioni di eventi, attività e manifestazioni o di programmi, prodotti o servizi. Una delle ultime modifiche apportate dovrebbe prevedere una deroga al divieto di pubblicità per le lotterie nazionali a estrazione differita.
"Il fenomeno principale che voglio debellare con questa norma è l'azzardopatia. Se è vero che le entrate fiscali derivanti dal gioco valgono svariati miliardi, è anche vero che i costi sociali dell'azzardopatia in Italia sono quasi altrettanti", ha detto Di Maio. "Abbiamo individuato il divieto della pubblicità all'azzardo come strumento. Non torneremo indietro. Anzi: se come credo riscuoteremo successo, proporrò che la stessa legislazione venga applicata in tutti i Paesi dell'Unione europea".
Confermata anche la stretta alle delocalizzazioni
Confermata la stretta sulle delocalizzazioni. Tutte le imprese che beneficiano di aiuti di Stato e poi scelgono di delocalizzare le attività all'estero, approfittando di condizioni piu' favorevoli, se lo faranno prima dei 10 anni perderanno il beneficio e andranno incontro a multe da 2 a 4 volte il contributo che hanno ricevuto. Nelle bozze circolate il vincolo è esteso alle operazioni che avvengono anche all'interno della Ue. Al Mef i tecnici continuano a lavorare al pacchetto fiscale del decreto che prevede interventi su alcuni strumenti anti-evasione che garantiscono un gettito allo Stato e la cui abolizione comporterebbe problemi di copertura.
In particolare si studiano correttivi allo split payment. Nei piani del governo c'è un addio che, se limitato alla platea dei professionisti avrebbe un impatto di alcune decine di milioni, mentre sarebbe molto costoso se venisse esteso a tutti i fornitori. Si studia anche l'abolizione del redditometro, visto l'uso limitato dello strumento, e uno slittamento al 31 dicembre dell'invio cumulato dei dati dello spesometro (la prossima scadenza sarebbe settembre).