Tempi stretti e testi blindati per evitare incidenti di percorso, si apre domani una settimana decisiva per mettere definitivamente a segno i decreti sblocca cantieri e crescita.
Se il primo provvedimento ha già fatto il giro di boa, incassando il via libera dal Senato; il decreto crescita crescita è ancora arenato nelle stanze di Montecitorio. A mettere tutto in stand by le tensioni registrate nella maggioranza subito dopo le elezioni europee e prima ancora per il caso del sottosegretario ai trasporti, Armando Siri.
Non bastano i vertici a Palazzo Chigi e l'intervento del premier Giuseppe Conte a fare da mediatore per sedare gli animi. Alla fine vince la linea dell'attesa, prima passa lo sblocca cantieri e poi si ricomincia a lavorare sul Crescita. Dopo diverse riunioni di maggioranza, Lega e M5s riescono a trovare l'accordo sul discusso emendamento che congela per due anni alcune norme del codice degli appalti. Il provvedimento, che scade il 17 giugno, deve essere licenziato ora dalla Camera, dove e' atteso in Aula martedì 11 giugno.
Trovata la quadra al provvedimento sui cantieri, comincia il round sul fronte del decreto Crescita, sul quale sarebbe vicina l'intesa per il Salva Roma che viene ora ribattezzato Salva Comuni in quanto metterebbe insieme i problemi di tutti i Comuni in dissesto e predissesto (Napoli, Reggio Calabria, Messina e Catania).
Un accordo che da un lato evita la crisi del Campidoglio e dall'altro mette al riparo da altre tensioni politiche di M5s e Lega. Una volta sciolto il nodo politico, la maggioranza e il governo sarebbero fortemente orientati a velocizzare i tempi attraverso il ricorso al voto di fiducia.
Il decreto Crescita è atteso nell'Aula di Montecitorio non prima di giovedì e poi dovrà passare al Senato per essere convertito entro il 29 giugno. Secondo quanto viene riferito, sulla base dei segnali incoraggianti nel dialogo con la Commissione europea, potrebbe inoltre essere ripresentato l'emendamento della Lega e poi ritirato, che puntava a rafforzare il patrimonio di istituti di credito in crisi come Carige e la Popolare di Bari, consentendo la trasformazione delle Dta (attività per imposte anticipate) in credito d'imposta in caso di aggregazioni bancarie, effettuate fino al 2020, da cui sarebbe nato un soggetto con non oltre 30 miliardi di attivo di bilancio.
Si attendono anche le norme sull'Inpgi e Radio Radicale.