Il 15 dicembre è un giorno decisivo per il negoziato tra Usa e Cina: in mancanza di un'intesa tra le due parti scatteranno nuovi dazi.
Gli Usa applicheranno una tariffa del 15% su altri 150-160 miliardi di merci importate dalla Cina.
Pechino potrebbe rispondere applicando un'aliquota del 7,5% su 50 miliardi di dollari di merci importate dagli Usa. Con l'aggiunta di questi altri dazi il totale dell'import-export tra i due Paesi su cui applicare nuove tariffe sarebbe esaurito.
Calcolando i rialzi tariffari già annunciati, con i 160 miliardi di merci cinesi aggiuntive colpite dai dazi Usa e con i 50 miliardi di merci Usa appesantite dai dazi cinesi tutto il commercio bilaterale tra Usa e Cina sarebbe incluso nella guerra e lo scontro, a quel punto, potrebbe riguardare le aliquote e non più le tipologie di merci.
Secondo il Wall Street Journal questo rischio torna ora di attualità. Molti analisti avevano ipotizzato che le tariffe sull'import dalla Cina di beni che vanno dagli smartphone agli abiti, era stato disinnescato, dopo che gli Stati Uniti e la Cina avevano raggiunto una tregua provvisoria a metà ottobre.
Ma le parole pronunciate dal presidente Donald Trump all'inizio della scorsa settimana, quando ha fatto sapere che Washington è disposta ad aspettare fino a dopo le elezioni presidenziali del prossimo anno per concludere un accordo commerciale limitato con Pechino, ha fatto riemergere lo spettro di una nuova sfida per l'economia globale.