I dazi sull'acciaio imposti dagli Stati Uniti rischiano di innescare un conflitto commerciale tra Europa e Cina: gli ostacoli posti dall'amministrazione Trump spingeranno i produttori di acciaio cinesi ad invadere l'Europa. E Bruxelles, per tutelare i produttori dell'Unione Europea che non sono in grado di affrontare la concorrenza cinese, pensa già di contingentare le importazioni di acciaio.
Questa l'analisi di Massimiliano Burelli, amministratore delegato della Acciai Speciali Terni (Ast, del gruppo Thyssenkrupp). "I dazi statunitensi sull'acciaio - spiega Burelli - non colpiscono direttamente l'Europa visto che a fronte di una produzione annua di circa 168 milioni di tonnellate solo 4 o 5 sono destinate al mercato statunitense. Il problema è che a fronte dei dazi americani, i grandi produttori asiatici come la Cina dirotteranno le loro esportazioni verso l'Europa. E visto che sono aziende finanziate dallo Stato senza oneri, con un costo del lavoro estremamente contenuto e esenti da molti problemi di rispetto ambientale sono in grado di offrire prezzi con i quali i produttori europei non possono competere. Guardando al nostro settore - prosegue Burelli - non posso che auspicare un intervento dell'Unione Europea a salvaguardia delle aziende della comunità magari limitandosi a colpire gli incrementi di importazioni rispetto al recente passato".
In linea generale devo ammettere - dice all'AGI il top manager - che stiamo tornando al Vecchio Testamento e a forza di azioni e reazioni 'occhio per occhio, dente per dente' finiremo tutti senza occhi e senza denti". A fronte di un intervento dell'Ue per arginare l'arrivo dell'acciaio cinese, non è da escludersi una contromisura cinese in altri settori merceologici. "Per quanto ci riguarda direttamente - spiega Burelli, alla guida del gruppo che dal 2016 è tornato in utile - non temiamo grandi conseguenze visto che facciamo una produzione di alta gamma, acciaio inox, con un'offerta molto mirata all'utilizzatore finale come le industrie automobilistiche e i produttori di elettrodomestici. In questa fascia di mercato il prezzo del prodotto ha certamente la sua importanza ma il servizio in termini di qualità e puntualità è altrettanto importante. La situazione è molto diversa per gli altri segmenti di mercato come i laminati e commodity dove le conseguenze della concorrenza con i cinesi possono avere effetti molto rilevanti visto che non sono in grado di competere con i prezzi dei cinesi".
Ma la guerra dei dazi potrebbe avere effetti anche a Terni. Se l'amministrazione Trump dovesse colpire anche l'automotive del Vecchio Continente, nota Burelli, "come fornitori di questo settore avremmo certamente dei problemi che riguarderanno, direttamente e indirettamente, anche moltissime aziende di tutti i settori". Guardando ai conti del bilancio che si chiude a settembre, Burelli resta abbottonato anche se ci aspetta un fatturato in crescita: "Molto dipende dal prezzo del nichel ma le attuali previsioni sono di ricavi in crescita rispetto a 1,7 miliardi dello scorso anno. Riguardo all'utile (3,3 milioni nel 2016 e 87 milioni al 30 settembre 2017, ndr) posso solo dire che è in linea con il budget".